I centri di revisione operano in un mercato regolamentato a livello europeo e nazionale. Ogni anno i controlli riguardano circa 15.000.000 di veicoli, a garanzia e tutela della sicurezza stradale dei veicoli e degli automobilisti, rispondendo a precisi requisiti: professionali, strutturali, attrezzature omologate e verifiche metrologiche annuali.
La tariffa, calcolata sulla base di uno studio analitico dei costi relativi alle operazioni di revisione, nel 2004 e introdotta nel 2007, oggi è di 45 euro più Iva, più i diritti spettanti alla motorizzazione, per un totale di 66,88 euro.

E’ utile ricordare che in Europa esistono tariffe più alte e differenziate sulla base delle tipologie di veicolo e di controlli, con possibili differenze tra regioni, i cui importi oscillano dai 70 ai 90 euro. Diversamente da quanto succede in Italia, in molti paesi è prevista la contro revisione con importi differenziati in base alla quantità di prove da ripetere. Una modalità operativa che abbiamo più volte sollecitato e sulla quale invitiamo il Ministero a fare una riflessione.

Nel 2015 i centri di revisione, dopo una lunga fase di sviluppo e organizzazione, hanno adeguato le loro officine al nuovo protocollo informatico MCTCNet2. Un cambiamento che le nostre imprese hanno condiviso ed appoggiato nelle finalità: maggiore trasparenza, tracciabilità delle operazioni di revisione, veridicità di alcune prove, costruzione di una base dati fondamentale per l’implementazione dei controlli.
Un adeguamento che però ha richiesto importanti investimenti e un incremento netto dei costi aziendali.
Da una stima dei dati della Cabina di regia Nazionale, istituita a seguito della sottoscrizione, nel 2011, del protocollo di intesa tra il MIT e le principali associazioni di categoria rappresentanti i centri di revisione privati, abbiamo stimato un investimento medio, per ogni linea di revisione, di circa 13.000 euro, per nuove attrezzature o per l’adeguamento di quelle esistenti.
Considerato che ad oggi esistono 8.159 centri di revisione è possibile affermare che complessivamente le imprese hanno investito all’incirca 106.067.000 milioni di euro. Una cifra peraltro sottostimata, visto che non prende in considerazione i centri e i consorzi che hanno più di una linea di revisione, che ci consente di sostenere che una parte dell’investimento necessario alla realizzazione del nuovo protocollo è stata realizzata dalle nostre imprese.
Un importante contributo che ad oggi non ha visto alcun riconoscimento da parte del Ministero dei Trasporti. Mentre i diritti spettanti alla Motorizzazione sono aumentati periodicamente nel tempo, le nostre tariffe sono ferme di fatto al 2004.

Sono passati troppi anni ed è ormai urgente rivedere gli importi con un adeguamento che tenga conto, quantomeno, della variazione che in questi anni ha subito l’inflazione.
Inoltre continuano a persistere fenomeni di concorrenza sleale che penalizzano fortemente le imprese che operano nel rispetto delle regole e della legge e mettono a rischio la sicurezza di milioni di cittadini. Il nuovo protocollo informatico MCTCNet2 ha sicuramente contribuito ad una maggiore trasparenza e regolarità del mercato, ma il rispetto delle regole non può essere demandato totalmente ad un unico strumento.
Chiediamo un sistema di controlli efficiente ed efficace a partire dai centri di revisione che non hanno le condizioni oggettive per operare secondo la legge, maggiori controlli sui veicoli, abbiamo tutti i dati necessari dal PRA e dal MCTCnet2 per avere contezza di quanti veicoli devono essere revisionati ogni anno, controlli più stringenti sulle autorizzazioni che continuano ad essere rilasciate anche in mancanza dei necessari requisiti, a causa di una legislazione poco chiara e lacunosa.
Abbiamo alle porte una Direttiva Comunitaria decisamente impegnativa per le imprese in termini di alta formazione e nuove prove strumentali, che determineranno investimenti aggiuntivi. Una sfida che si misurerà sulla qualità e sulla professionalità dei centri, sui controlli e sulla responsabilità degli operatori, a tutela della sicurezza stradale.

Una sfida che può essere vinta solo se si potrà garantire alle imprese un contesto di regole chiare e vincolanti per tutti.

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