Un aumento dello 0,64 per cento. E’ quello che ha portato il nuovo anno agli automobilisti e agli autotrasportatori  in viaggio sull’A 14 e sui 3 mila chilometri della rete di Autostrade per l’Italia. Aumenti ancora più sostanziosi sulla Brebemi che collega Milano con Brescia (+7,88 per cento) e sulla Torino – Milano (+4,60 per cento). “Le più recenti analisi Aiscat” ha affermato il presidente Fita Cna Marche Olindo Brega “ci riportano, nell’ultimo anno, un traffico dei mezzi pesanti in crescita e quindi sembra ancora più ingiustificato un rialzo che andrebbe a deprimere una tendenza positiva legata alla ripresa economica e allo scambio delle merci. Oggi come negli anni continuiamo a richiedere un congelamento degli aumenti richiesti dai concessionari che impatterebbero immediatamente nei conti economici delle imprese d’autotrasporto che sono la cinghia di distribuzione delle ripresa, seppur debole, del nostro paese. I concessionari hanno goduto nell’ultimo decennio, come ha più volte evidenziato la stessa Autorità dei Trasporti, di incrementi tariffari annuali che vanno oltre le medie economiche di altri settori e della stessa inflazione.”

Un settore, quello dell’autotrasporto, ancora in difficoltà. Nei primi nove mesi del 2016, secondo la Cna Fita Marche, nella nostra regione hanno cessato l’attività in 151 mentre solo 31 hanno avuto il coraggio di aprire una impresa di autotrasporto, per un saldo negativo di 120 imprese. Alla fine di settembre, le imprese marchigiane di autotrasporto erano 4.499, per la prima volta sotto le 4.500 unità. Nel 2016  anche il fatturato, secondo l’indagine Trend, è diminuito dell’1,5 per cento. Un calo ancora più pesante per il conto terzi, che ha perso il 2,6 per cento.

“In una situazione di stagnazione dell’attività del settore” precisa Brega “aumentare ulteriormente i costi di esercizio, andando ad incidere sui pedaggi autostradali per una categoria che in autostrada viaggia tutti i giorni, significa  compromettere ancora di più gli sforzi per la ripresa del traffico merci”.

GLI AUMENTI DEI PEDAGGI SULLA RETE AUTOSTRADALE ITALIANA

Brebemi da record. Non fosse già considerata cara dagli utenti, la Brebemi, che collega Milano con Brescia e deve essere ancora interconnessa con l’A4 Milano-Venezia in maniera diretta, ha ottenuto un incremento tariffario da primato: +7,88%. Le fa buona compagnia la Satap, ovvero la Torino-Milano i cui cantieri sono aperti da oltre un decennio per il sospirato ampliamento, con un aumento del 4,60% sul tratto in questione (per la Torino-Piacenza, gestita dalla stessa società, lo scatto è dello 0,85%). Crescono anche le tariffe sull’Ativa (Torino-Aosta, +0,88%), sulla rete di Autostrade per l’Italia (oltre 3.000 km, + 0,64%), sulla Venezia-Trieste (+0,86%), sulla Brescia-Padova (+1,62%), sul Consorzio autostrade Venete (+0,45%), sulla Parma-La Spezia (+0,24%), sulla Milano-Serravalle (che gestisce anche le tangenziali milanesi; +1,5%), sulla Tangenziale di Napoli (+1,76%), sul Raccordo della Valle d’Aosta (+0,90%), sull’Autostrada Tirrenica (+0,90%), sulla Torino-Savona (+2,46%), sulla Strada dei Parchi (Roma-L’Aquila-Pescara, +1,62%), sulla Tangenziale Est esterna di Milano (+1,90%) e sulla Pedemontana Lombarda (+0,90%). Si tratta, come si vede, di aumenti percentuali: ogni pedaggio per le singole tratte terrà poi conto degli arrotondamenti, passati o attuali. Col risultato che, a conti fatti, ci potranno essere, su alcuni specifici percorsi, aumenti più cospicui.