Una battaglia da combattere insieme, fianco a fianco: istituzioni, imprese, associazioni, politica. Perché difesa del made in Italy oggi significa soprattutto tutela del consumatore e il luogo in cui realizzarla deve essere l’Europa. L’onorevole Simona Bonafè, eurodeputata del Partito Democratico, sabato scorso a Monte San Giusto, in occasione del convegno sul made in organizzato da CNA Marche Sud e Fondazione Symbola, ha ribadito l’impegno dell’Italia a Bruxelles riguardo l’obbligatorietà del marchio, auspicando di ottenere un risultato positivo nel prossimo consiglio europeo di dicembre.

Tutela del consumatore e difesa dalle contraffazioni: principi che non devono essere cari solo al nostro Paese, ma devono essere fatti propri dall’Europa. Che il consumatore acquisti consapevolmente prodotti interamente realizzati in Italia, e quindi certificati adeguatamente come tali, non porta valore aggiunto solo all’economia italiana, ma anche al sistema europeo nel suo complesso.

 Questo il messaggio di vicinanza e di impegno portato da Simona Bonafè all'Auditorium Sant'Agostino di Monte San Giusto in occasione dell’incontro sul tema: “Made in Italy: valore e tutela del nostro fare. Ricchezza e identità del territorio, garanzia per il consumatore”.

Al suo fianco l’on. Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola e della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera che, facendo eco anche a quanto affermato dall’Assessore Regionale Sara Giannini, ha ribadito l’importanza della difesa, oggi più che mai, della manifattura. Inoltre, Realacci ha citato il concetto del “back to Italy”, quel rientro nel nostro Paese che sta interessando molte aziende che negli anni scorsi avevano delocalizzato, ricordando come non si possano realizzare prodotti di qualità senza avere legami con il territorio.

Una spinta all’internazionalizzazione che, nei fatti, è stata confusa con la delocalizzazione e ha portato a filiere destrutturate, oggi difficili da ricostruire. Sara Giannini, Assessore regionale alle Attività Produttive, ha ricordato quanto accaduto negli anni scorsi, facendo emergere anche la conflittualità che la richiesta di una regolamentazione più rigida del made in e il controllo totale della filiera sta provocando, ferma restando la volontà di garantire sia chi produce che chi acquista.

Per Sergio Silvestrini, Segretario Generale di CNA, la condizione fondamentale per realizzare un obiettivo importante come la certificazione di origine risiede nel recupero dell’orgoglio di essere italiani e di fare parte di un grande Paese. L’Italia è in pericolo, ha detto Silvestrini, e la prima sfida da vincere è credere nell’Italia, superando atteggiamenti egoistici e individualistici.

 

Certificazione di origine e controllo della filiera per fare del “Made in Italy” un marchio reale e in grado di rappresentare ciò che viene effettivamente realizzato nel nostro Paese. Sono questi gli aspetti a cui la CNA non può derogare, chiariti nelle linee guida, elaborate da un gruppo di lavoro regionale, che per voce del coordinatore Marche di CNA Federmoda Luigi Silenzi sono state illustrate durante il convegno di sabato scorso:

–      il Made in Italy è quello realizzato interamente in Italia;

–        a tale scopo si istituisce un marchio nazionale di riconoscimento;

–    le imprese che intendono utilizzare il marchio dovranno essere in possesso di una certificazione di tracciabilità del prodotto da rinnovare ogni anno;

–        l’Ente incaricato al rilascio e al controllo della certificazione dovrà essere un Ente terzo autorevole e per queste ragioni dovrà essere di diritto pubblico;

–        il rilascio del marchio alle imprese sarà concesso dietro un corrispettivo finanziario in percentuale al fatturato;

–        i proventi dovranno essere utilizzati per attuare politiche di promozione del marchio Made in Italy sui mercati;

–        saranno predisposte leggi di incentivazione fiscale a favore delle imprese che utilizzano il marchio;

–        nessun beneficio derivante da leggi nazionali, regionali e contributi delle Camere di Commercio può essere riconosciuto alle imprese che delocalizzano le produzioni.

Platea gremita, nell’Auditorium Sant’Agostino, formata da tanti artigiani, imprenditori, amministratori locali, che ha visto anche la presenza del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Macerata Luigi Lacchè.

L’incontro di Monte San Giusto, coordinato da Antonio Franceschini, Responsabile Promozione e Mercato Internazionale della CNA Nazionale, ha visto anche gli interventi del Presidente CNA Provinciale di Macerata Giorgio Ligliani, del sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili, del Presidente CNA Marche Gino Sabatini e di Paolo Silenzi, imprenditore calzaturiero e presidente della rete di imprese Modart Italia.

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