“Le cose da fare sono tante. Insieme costituiscono la sfida italiana al futuro. Una sfida da cui non siamo intimoriti. La nostra capacità, la nostra energia, la nostra intelligenza ci infondono la fiducia di trovare la rotta giusta. E sono certo che la troveremo, che saremo in grado di dare vita a un nuovo Rinascimento. E vinceremo. Ripartiamo dall’Italia. Ripartiamo dalle imprese”.

Con un messaggio di fiducia, il Presidente della CNA, Daniele Vaccarino, ha chiuso la relazione di fronte alla platea di ospiti, delegati e invitati convenuti a Campi Bisenzio, a pochi chilometri da Firenze, nello stabilimento della Giusto Manetti Battiloro, una impresa simbolo del Made in Italy attiva dal Seicento. All’Assemblea è arrivato il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è stato letto dopo l’Inno di Mameli.

Prima di Vaccarino hanno preso la parola il presidente della Regione Toscana,  i sindaci di Campi Bisenzio e Firenze, i presidente della CNA di Firenze e della Toscana. E lo storico dell’arte Philippe Daverio ha tenuto un intervento denso e accattivante su “Il valore del Made in Italy: tra cultura e impresa”, nel quale, tra l’altro, ha auspicato che, in futuro, “tra le dichiarazioni dei redditi più alte d’Italia, ci siano quelle di cinquanta artigiani”. Un riconoscimento al valore “della nazione dai polpastrelli intelligenti”.

Nel corso del suo intervento, Vaccarino ha sottolineato che “l’aumento del Pil italiano è un segno evidente del fatto che la ripresa, per quanto lenta, debole e congiunturale, c’è. E deve molto agli interventi in materia di lavoro fatti dal Governo”.

Vaccarino ha aggiunto che si ripongono “molte aspettative negli effetti che produrranno le riforme avviate dal Governo”, ma “serve una visione strategica d’insieme, servono processi complessi di cambiamento organizzativo”. In particolare, la CNA chiede interventi sulla burocrazia, la giustizia civile, la scuola. E politiche che permettano di affrontare la globalizzazione anche alle micro e piccole imprese, “un patrimonio, non dei singoli, ma dell’intera Nazione”.

Vaccarino ha rilevato che “il Governo, con il disegno di legge di stabilità, ha presentato una manovra finalmente dal carattere espansivo”. Del testo, la CNA condivide in maniera particolare super-ammortamento, eco-bonus, allentamento del patto di stabilità interno, misure sul lavoro. Sul fronte del fisco, invece, le misure sono “ancora troppo deboli per ridurre drasticamente la pressione fiscale, che rimane il vero nodo da sciogliere”.

Un passaggio molto importante è stato dedicato alla stretta creditizia: “E’ evidente il disinteresse delle banche nei confronti delle imprese di piccola dimensione” e altrettanto evidente che “servono strumenti nuovi, a misura di piccola impresa e di artigianato”.

Tre questioni nazionali, di fondo, infine, che il Paese deve affrontare prioritariamente: Mezzogiorno, criminalità, legalità. Perché “non è pensabile che l’Italia possa farcela a ripartire davvero senza una svolta nello sviluppo del Sud”. Perché “bisogna combattere contro tutte le mafie e la Cna ci sarà, contro tutte le mafie”. Perché “le monete cattive rischiano di scacciare quelle buone”.

Al termine della relazione di Vaccarino si è svolta una tavola rotonda con i ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e del Lavoro, Giuliano Poletti, e lo stesso Presidente della CNA.

Nel corso dei loro interventi i ministri hanno, prima di tutto, sottolineato il ruolo positivo delle imprese e degli imprenditori. “Questo Paese viene da una storia che dice <ma tu aiuti le imprese>, come fosse un delitto. Ma se vanno bene le imprese, vanno bene i lavoratori, va bene il Paese”, ha detto Poletti. E Galletti ha confermato: “In passato il ministero dell’Ambiente era visto come il <ministero del no>, nella convinzione che gli imprenditori fossero i cattivi, gli inquinatori. Invece i problemi si risolvono assieme, è una questione di responsabilità”.

In riferimento alle questioni sollevate da Vaccarino nella sua relazione e in particolare sulla questione fisco  Poletti ha sostenuto: “Su questo come su altri temi abbiamo approvato tante leggi di riforma, ora dobbiamo riuscire ad applicarle. Più strettamente sul fisco, abbiamo già fatto tante cose, naturalmente ne dobbiamo fare ancora. Siamo consapevoli che c’è l’esigenza di un alleggerimento sul fronte fiscale ma le tasse servono per pagare i servizi. Quindi, bisogna smettere di spendere male i soldi per potere ridurre le tasse”. Per le politiche ambientali, Galletti ha spiegato che, “per quanto riguarda il Sistri, nei primi mesi del 2016 potremo partire con un nuovo sistema molto, molto più razionale di prima e che, ormai il sistema riguarda solo 12mila imprese e non più centinaia di migliaia come in passato”. Per il Mezzogiorno servono strade nuove: “è inutile detassare i redditi in un’area dove i redditi non sono prodotti, dobbiamo invece avere la forza di rilanciare gli investimenti al Sud”. A tal proposito Galletti ha fatto l’esempio del suo ministero che sta puntando sul risanamento sia per restituire vivibilità ai territori, è il caso della cosiddetta “terra dei fuochi”, sia per dare lavoro alle imprese locali.