Adempimenti e burocrazia costano alle pmi quasi 20 mila euro all’anno. A dirlo è l’Osservatorio “Comune che vai, burocrazia che trovi” di CNA, che chiarisce come la burocrazia resti ancora oggi un freno alle potenzialità di sviluppo e crescita del Paese. In media si tratta di ben 65 passaggi in 26 sportelli per l’avvio d’impresa.

I nostri associati possono testimoniare – sostiene il Presidente Territoriale di CNA Fermo Paolo Silenziin quanto imprenditori che quotidianamente affrontano le lungaggini e gli ostacoli della burocrazia, che questo sistema farraginoso è il principale competitor dell’impresa in Italia”.

Per l’apertura di un doposcuola Claudio Nanni ha attraversato una via crucis in 14 tappe, articolata tra autorizzazioni, pratiche, corsi di formazione, richieste di vario tipo: “Dopo una lunga carriera come manager per aziende di livello internazionale, ho voluto avviare un doposcuola, un centro ripetizioni – racconta – ma non avevo idea di quello che mi aspettava. Da maggio di quest’anno il nostro Focus Doposcuola aprirà le porte a novembre a Porto San Giorgio. Devo ringraziare la CNA di Fermo che, con i suoi professionisti, mi ha guidato nella giungla di pratiche e adempimenti necessari, alcuni dei quali del tutto sconosciuti, che ci sono costati tempo e risorse”. Stesso destino per Vincenzo Serafini, imprenditore fermano da vent’anni nel settore balneare e in associazione da oltre quaranta: i punti nell’agenda di Serafini sono 10, come gli enti ai quali si è dovuto rivolgere per aprire uno stabilimento balneare: Comune, Demanio, Capitaneria di Porto, Dogana, Regione, Ciip, Provincia, Guardia di Finanza, Genio Civile e Belle Arti. “Una telenovela infinita se si considera che, in molti casi, se non si ottiene un’autorizzazione, per cui magari basterebbe una firma, o un documento non si possono poi richiederne altri, con i tempi di attesa che lievitano. E parliamo solo di burocrazia, perché poi avviare un’impresa è questo e molto altro”.

Il peso della burocrazia si conferma un ostacolo alla crescita – prosegue Paolo Silenziin un contesto economico precario, in cui è la sopravvivenza stessa delle imprese ad essere messa in discussione: il Fermano ha perso quasi 2 mila imprese in meno di 10 anni, settori portanti quali la manifattura, le costruzioni e il commercio fanno registrare un andamento negativo inequivocabile”.

Se nel 2009 le imprese attive nel Fermano erano 20.480, nel 2017 se ne contavano 18.808, per una perdita di 1.672 unità, che salgono a 1.993 al 30 settembre 2018: in un anno e mezzo circa il numero delle imprese attive passa da 18.808 a 18.487, cioè -321 unità.

Burocrazia e tassazione saranno tra i temi al centro dell’Assemblea territoriale per l’approvazione del bilancio consuntivo 2017 in programma per giovedì 8 novembre 2018, alle 17.30: “L’assemblea si terrà nella nuova sala formazione CNA in via Donizetti a Fermo – spiega il Direttore Generale Alessandro Migliore dopo il taglio del nastro alla presenza delle Autorità e la benedizione dei locali, mentre nella parte riservata ai soci illustreremo il piano strategico 2019”.