Il Consiglio Europeo rinvia al 2015 l’approvazione del principio del “Made in” e la decisione sull’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti. Questo significa fine del semestre a presidenza italiana e rimettere la palla alla prossima presidenza, vale a dire quella lettone.

Quella della certificazione che possa tutelare il made in Italy è una battaglia che la CNA porta avanti da tempo e su molti fronti, nella consapevolezza che la manifattura italiana costituisce la spina dorsale dell'economia. Una presenza di qualità che non può essere ignorata ma che, evidentemente, l'Europa non vuole avere tra le sue priorità.

“Un altro colpo alla manifattura. E una grande delusione. L'Italia ha perso una grande opportunità di portare a casa un risultato molto importante – commenta il Presidente Provinciale di CNA Fermo Paolo Silenzi –  e far valere, come tutti noi auspicavamo, la certificazione del made in. Un tema cruciale, per cui tutte le associazioni di categoria hanno lottato e messo in campo le proprie energie e risorse in maniera sinergica, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza nei confronti del consumatore finale, le possibilità di ripresa da offrire ai mercati interni, il lavoro sulla sostenibilità delle filiere produttive”.

Prosegue Silenzi: “E' chiaro che l'Italia non ha fatto le dovute pressioni in questo senso, non ha dato la giusta importanza ad una tema chiave e a farne le spese è ancora una volta il nostro sistema manifatturiero.

La CNA ha sostenuto in tante circostanze la certificazione sul made in, come con il convegno del 22 novembre a Monte San Giusto, alla presenza dell'europarlamentare Simona Bonafè. Ci siamo impegnati per la sollecitazione a tutti i livelli, ma dobbiamo fare i conti con un'Europa che non tutela le peculiarità dei propri Stati membri e a cui non interessa la sua vera coesione”.

Conclude Paolo Silenzi:La CNA continuerà a sostenere con ogni mezzo la certificazione e la trasparenza come fatto fino ad oggi, nella consapevolezza che ci troviamo ad operare nelle condizioni di limitazione in cui l'Europa ci pone. Fondamentale è ancora una volta che il Governo centrale non perda di vista l'obiettivo made in, tutela delle produzioni e dei consumatori”.