L’Unione Costruzioni della CNA Provinciale di Fermo condivide il messaggio lanciato sulla stampa dal Presidente Ance di Confindustria Stefano Violoni: “Da tempo ci confrontiamo sull’argomento – riferisce il responsabile di CNA Costruzioni Massimiliano Felicioni – e con il Presidente Violoni condividiamo in pieno le criticità rilevate nel decreto e la preoccupazione espressa nei confronti di una legge in cui non ci sono i presupposti per l’agevolazione delle imprese locali. La ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma non passa solo dal ripristino degli edifici – sostiene Felicioni –  ma soprattutto dalla rinascita economica e sociale delle comunità coinvolte, possibile solo con il lavoro delle aziende e delle persone che quel territorio lo vivono e non intendono abbandonarlo. Principi che a nostro avviso non sono alla base del testo di legge. Le istituzioni devono prendere atto delle gravi problematiche sollevate dalle categorie”.

Aggiunge il Presidente provinciale di CNA Costruzioni, Eraldo Attorresi: “Riteniamo molto grave quanto previsto dall’ordinanza 14 del Commissario Straordinario, sulla ricostruzione degli edifici scolastici. Per gli appalti pubblici inferiori a 1 milione di euro, più appetibili per la piccola e media impresa, si applica il principio del massimo ribasso, mentre per i lavori di importo più alto si considera il rapporto qualità – prezzo. Ci chiediamo – prosegue Attorresise sia giusto e soprattutto sicuro costruire scuole al massimo ribasso. Non è possibile, in questo modo non si garantisce la sicurezza degli edifici e delle persone”.

“Ci sono altri due punti che CNA chiede vengano modificati”, spiega Attorresi: “Togliere il vincolo relativo al rapporto tra il committente e il progettista: in territori come il nostro, infatti, è auspicabile che ci si rivolga a professionisti conosciuti, stimati, in regola e di fiducia; in secondo luogo, alzare a 250.000 euro per i lavori in cui è richiesta la certificazione SOA. Un’attestazione per la quale si deve dimostrare un fatturato consistente che le pmi del settore, soprattutto in un periodo di crisi, difficilmente possono garantire”.