Gestione dell’emergenza discutibile e da rivedere, con evidenti le carenze da parte di chi è chiamato ad agire concretamente per le popolazioni e per il sistema economico. Si è ancora in una piena fase emergenziale, comunità e imprese cercano di sopravvivere nonostante i mille inghippi burocratici che quotidianamente vengono segnalati alla task force attivata dalla CNA e al suo sportello.

Il Direttore Provinciale Alessandro Migliore fa il punto: Stalle mobili non disponibili, controlli sulle strutture abitative di emergenza dal punto di vista paesaggistico, poca chiarezza sulla possibilità di delocalizzare da parte delle imprese, sul contributo di 5.000 euro tanto sbandierato, sul fondo di garanzia per le Pmi, per non parlare delle linee politiche per il ripopolamento delle zone colpite dal terremoto e il loro rilancio turistico. C’è bisogno di agire velocemente: di parole ne abbiamo ascoltate fin troppe, di concretezza invece ne abbiamo vista poca. I tempi di attuazione sono lunghi e costringono le popolazioni ad una prolungata situazione di estremo disagio”.

Il D.L. 205 prevede l’acquisizione e la predisposizione di aree da destinare ad insediamenti di container ad uso abitativo, in attesa di fornire alle popolazioni sfollate le più confortevoli strutture abitative di emergenza, per cui alcuni Comuni hanno consentito, con delibere comunali, di provvedere autonomamente per reperire e istallare strutture abitative mobili in terreni privati, senza rischio per l’incolumità degli stessi e senza costi per lo Stato. D’altro canto, invece la Regione Marche, con la comunicazione “Strutture abitative di emergenza. Normativa di riferimento” richiama ad attenersi alla normativa statale e non adottare provvedimenti contrastanti, invitando le Province a vigilare, annullando concessioni e autorizzazioni comunali.

In questo modo – sostiene Migliore – non si lavora per il ripopolamento ma si va addirittura contro quel principio di sussidiarietà che alcune amministrazioni applicano, fornendo una risposta di buon senso alle esigenze delle comunità che amministrano. Inoltre è necessario poter rispondere a quelle imprese che continuano a chiamarci chiedendo quando e come avranno il contributo di 5.000 euro, promesso in più sedi dalla Regione Marche e contenuto nel DL 189”. Si tratta del contributo in favore dei titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o di rapporti di agenzia o di rappresentanza commerciale e dei lavoratori autonomi, compresi i titolari di attività di impresa e professionali, che abbiano dovuto sospendere l’attività a causa degli eventi sismici e che operino nei comuni inseriti nel cratere. “Scarse le notizie sulla sottoscrizione della convenzione tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Il Ministero dell’Economia e le Regioni: perché questo ritardo? 5.000 euro sembrano pochi per chi è abituato a introitare dalla politica cifre diverse, ma per queste imprese rappresentano un motivo per credere che si può continuare. Purtroppo ancora una voltasegnala il direttorenoi associazioni di categoria, front office in casi disperati come questi, siamo costretti a dire che bisogna aspettare”.

Si prevedono aiuti per le imprese: agevolazioni come contributo in conto interesse e in conto capitale; risorse per il sostegno alle aziende agricole, zootecniche e produttrici di latte; finanziamenti agevolati a tasso 0 per garantire un futuro alle imprese esistenti e per le nuove imprese che portano lavoro; contributi Inail per progetti di investimento e formazione. Dice ancora Migliore: “Attendiamo ancora i decreti attuativi che indichino come usufruire di queste risorse e disporne, piuttosto che continuare a leggerle negli stessi decreti o ascoltarle nelle varie assemblee. E’ previsto un Fondo di Garanzia per le PMI in favore delle zone colpite, cioè un intervento concesso a titolo gratuito per un importo massimo garantito per singola impresa di 2.500.000 € con durata massima di 3 anni: le somme a disposizione sono, dalla lettura dei decreti, notevoli e c’è la necessità di muoversi quanto prima. Non ci sono però procedimenti pratici e informazioni metodologiche per accedere a questi fondi”.

CNA Fermo ritiene che sia strategico studiare un piano per il ripopolamento delle zone colpite dal terremoto, investendo in un’adeguata promozione turistica: un’azione da mettere in campo prima che sia troppo tardi, chiarendo come utilizzare i fondi messi a disposizione dell’Enit tramite bandi e progettualità finalizzati all’incremento turistico, coordinando gli operatori turistici e programmando iniziative da svolgere la prossima primavera-estate in favore delle strutture ricettive.

Ci risulta peròriferisce il Direttoreche dall’Ufficio Commercio, Turismo, Cultura e Internazionalizzazione della Regione sia partita una comunicazione via mail diretta ai tour operator, invitati a visitare le Marche elencando solo i luoghi lontani dal sisma. Questo non ci sembra proprio il modo di fare promozione turistica con l’obiettivo di non far dimenticare le zone terremotate e di salvaguardarne l’economia”.

La CNA Provinciale di Fermo prosegue nella sua azione di supporto a cittadini e imprese, intervenendo sui tavoli istituzionali perché si intervenga perché le popolazioni interessate non soccombano alla catastrofe.