Quanto pesano le tasse sulle imprese? Quanti giorni devono lavorare le aziende fermane prima di cominciare a guadagnare?

Il rapporto 2015 dell’Osservatorio nazionale Cna sulla tassazione della piccola impresa risponde a questi interrogativi e fa registrare dati tutto sommato soddisfacenti per il Fermano.

Il ‘total tax rate’, cioè il peso complessivo del fisco, in Italia «è diminuito a livello nazionale per via dell’abolizione della componente lavoro dell’Irap». Nella provincia di Fermo questo peso è pari al 60,5%, che significa il 72° posto in graduatoria: un dato migliore rispetto a quello dell’anno scorso, quando la percentuale era del 63,1%.

Tra 2011 e 2015 la crescita è stata comunque dell’1,9%. C’è da dire che a livello regionale quella di Fermo è la seconda miglior provincia dietro Ascoli, che fa registrare un ‘peso’ pari al 59,7%. Peggio fanno Pesaro (63,1%), seguita da Macerata (62,2%), Ancona (61,2%), Urbino (61,2%).

«La chiave delle forti differenze – si legge nel report – sta nell’elevata variabilità dei valori catastali degli immobili di impresa, su cui vengono calcolate Imu e Tasi, e dalle forti differenze della tassazione sui rifiuti solidi urbani, la Tari».

Come media nazionale, nel 2015 le piccole imprese lavoreranno per il fisco sei giorni meno che nel 2014: fino al 14 agosto invece che al 20. Il dato fermano è migliore di quello nazionale, visto che il ‘tax free day’ quest’anno coinciderà con l’8 agosto: un numero che vale il 46° posto della classifica nazionale, guidata dal 17 luglio di Cuneo. Il miglioramento per le aziende fermane è comunque sostanziale, visto che nel 2014 il ‘tax free day’ era il 17 agosto, nel 2013 il 19, nel 2012 il 13 e nel 2011 il 1 agosto.

Quanto rimarrà alle aziende dopo aver pagato tasse, contributi e oneri? A livello nazionale, su un reddito d’impresa di 50mila euro, restano 18.930 euro, che significano 889 euro in più rispetto al 2014 ma ben 1.479 in meno del 2011.

Venendo al dato fermano, il 43° posto della nostra provincia significa un reddito più alto della media nazionale: quest’anno andranno nelle tasche degli imprenditori 19.749 euro, con una crescita sostanziale rispetto allo scorso anno di 1.282 euro. Allargando però l’arco temporale del confronto, tra 2011 e 2015 sono stati persi 952 euro.