Il  DL –decreto sviluppo, in vigore dal 14 maggio, ha iniziato alla Camera l’iter per la conversione in legge. Creato  per ridurre la burocrazia in diversi settori e rilanciare l’economia, la norma non convince in pieno la CNA  che insieme alle altre Associazioni, si sono rivolte ai parlamentari per introdurre qualche modifica.

 
Tra le varie novità introdotte dal Dl Sviluppo una riguarda l’  EDILIZIA PRIVATA
Il decreto ammette il rilascio del permesso di costruire anche  tramite il silenzio assenso, tranne nei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.
 
La norma ripropone il Piano Casa. Viene chiesto alle Regioni di approvare,in tempi celeri cioè entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, leggi specifiche  per incentivare la  riqualificazione del patrimonio edilizio delle aree urbane degradate. Le regionali dovrebbero quindi premiare gli interventi di demolizione e ricostruzione che prevedano il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva, la delocalizzazione in aree diverse, il cambio di destinazione d’uso e le modifiche della sagoma necessarie per l’armonizzazione architettonica, e il risparmio energetico.
Sono dimezzati i tempi per i controlli delle amministrazioni sugli interventi realizzati con Scia, segnalazione certificata di inizio attività. Per le verifiche ex-post si passa da 60 a 30 giorni.
 
Le violazioni per quanto riguarda l’ altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta fino al 2% delle misure progettuali per singola unità immobiliare, non saranno più una difformità dal titolo abilitativo.
 
Il dl promuove anche la tipizzazione dei contratti per la cessione delle volumetrie. La convalida di questa misura darebbe fondamento legislativo al principio della perequazione urbanistica, in base al quale tutti i terreni esprimono la stessa capacità edificatoria. La cubatura di competenza dei terreni non edificabili potrebbe quindi essere venduta a quelli edificabili.