Accise: – il Governo le aumenta di 8 centesimi

Un provvedimento sbagliato che peserà per oltre 1.000 euro all'anno per ogni ogni mezzo

Proprio quando il costo del diesel e della benzina alla pompa cominciava a scendere ecco l'ennesima stangata da parte del governo che aumenta in 4 giorni le accise di 8 centesimi al litro. Quattro centesimi per finanziare il Fondo unico per lo spettacolo e quattro centesimi per l'emergenza umanitaria del Nord-Africa. Per giovedì è atteso anche un rincaro dell'iva pari all'1%

. La Cna-Fita si oppone al provvedimento di aumento anche se fatto per finalità meritevoli e di assoluta importanza. “ Basta!!!!Non si puo’ far ricadere –afferma Sandro Capancioni Presidente Provinciale CNA Fita- le difficoltà su chi è già in difficoltà .Sono mesi che  chiediamo  al Ministero dei trasporti dei provvedimenti di sostegno per il settore , e di risposta invece di aiutarci introduce  una nuova tassa.”

Aumenti ampiamente denunciati dall'Antitrust che però non vedono il Governo deciso nel contrastarli in modo adeguato. A nulla valgono i tanti fondi che sulla carta sono destinati alla categoria se, di fatto, con una mano si fa finta di dare e con l'altra si toglie. Nel momento più delicato della vertenza con l'autotrasporto la scelta dell'esecutivo continua a penalizzare il settore che difficilmente potrà recuperare questi aumenti sul mercato.

LA CNA FITA PROCLAMA PER IL 25 LUGLIO UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO L'AUMENTO DELLE ACCISE

La CNA-Fita proclama per il 25 luglio una giornata di protesta nazionale per denunciare l’emergenza mobilità merci e persone del Paese e per contestare la recente decisione di aumento delle accise sui carburanti pari a 8 centesimi litro. Giuste le finalità ma sbagliata la decisione di colpire sempre e comunque chi, come operatore o utente, ogni giorno si confronta con crescenti costi e difficoltà oggettive della mobilità nazionale. Non siamo contro il finanziamento dello spettacolo o dell’emergenza causata dalla destabilizzazione politica del nord Africa, emergenze e finalità reali quanto degnissime di attenzioni e sacrifici di tutti. Siamo contrari piuttosto a chi, nel governo e nel parlamento, continua a non voler vedere l’emergenza di chi per professione o per esigenza personali deve muoversi con mezzi pubblici o privati su strade congestionate e con gravi carenze infrastrutturali. E’ giusto finanziare le emergenze, ma è sbagliato ignorare chi invece è ridotto allo stremo dai continui aumenti di assicurazioni pedaggi e carburante. Colpire l’utente della strada significa colpire, assimilandolo ad un bancomat, l’economia del paese. La CNA-Fita chiama a mobilitarsi il trasporto persone e quello delle merci invitando tutti quelli che vogliano condividere lo spirito della contestazione. Manteniamo gli otto centesimi ma smettiamo di pagare emergenze dimenticate e ormai concluse.

 Dal 1935 ad oggi continuiamo a pagare sottoforma di accise:

  • la Guerra d’Etiopia (1935),
  • la crisi di Suez (1956),
  • il disastro del Vajont (1963),
  • l’alluvione di Firenze (1966),
  • il terremoto del Belice (1968),
  • quello del Friuli (1976)
  • l’altro in Irpinia (1980),
  • la guerra in Libano (1983)
  • quella in Bosnia (1996).

Sullo sfondo anche la manovra finanziaria che rischia di aggravare le condizioni di lavoro dei tanti operatori che nel trasporto persone come nel trasporto delle merci ogni giorno garantiscono servizi e professionalità. La CNA-Fita raccoglie l’invito del Presidente della Repubblica al senso di responsabilità e anche per questo ha deciso di dimostrare la sua contrarietà ai provvedimenti presi dal governo senza proclamazioni di fermi bensì con una generale manifestazione di protesta che renda evidente le nostre richieste preservando l’interesse collettivo.