La decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato conferma la Class Action promossa da CNA-FITA contro Autostrade
E’ del 25 Luglio 2011, la notizia della decisione dell’Antitrust di sanzionare con 350.000 euro di multa la società Autostrade per l’Italia per pratica commerciale scorretta consistita nella gestione totalmente inadeguata dell’emergenza causata dalla nevicata del 17 Dicembre 2010.
Fita-Cna, attraverso i propri legali, si è fatta carico di promuovere un'azione risarcitoria collettiva ("class action") per gli incredibili ed inaccettabili disagi subiti dalla categoria in tale occasione, chiedendo per gli autotrasportatori coinvolti una somma stimabile in almeno 10 milioni di euro per il ristoro di tutti i danni materiali e morali subiti, singolarmente quantificati, in via equitativa come prevede la legge, in un minimo di 100 euro per ogni ora di sofferenza della persona, ed
un minimo di 300 euro orari per il blocco del mezzo nella rete viaria, oltre a tutti gli ulteriori danni singolarmente dimostrabili.
Ad oggi sono state raccolte centinaia di adesioni all’azione che verranno presentate al Tribunale di Roma, il quale, se riterrà l’azione ammissibile, potrà emettere un'ordinanza con cui si dà ulteriore notizia del ricorso sui principali media in modo che tutti gli interessati (anche quelli che inizialmente non hanno aderito o non hanno saputo) possano aderire al giudizio e chiedere singolarmente tutti i danni subiti.
Ora, infatti, l’Antitrust ha definitivamente accertato che:

a) il peggioramento delle condizioni climatiche nell’area fiorentina dell’A1 del 17 dicembre, con il verificarsi di precipitazioni nevose, era conosciuto dalla società Autostrade con congruo anticipo, anche in base alle fonti esterne normalmente utilizzate;
b) l’effettiva intensità dell’evento nevoso, che è risultata superiore alle previsioni, è stata monitorata senza soluzione di continuità dagli strumenti di rilevazione del traffico e delle condizioni climatiche (anzitutto le telecamere: dislocate ogni 2 km e le centraline metereologiche);
c) dalla mattina del 17 dicembre 2010 e sicuramente dalle prime ore del pomeriggio dello stesso giorno, la società Autostrade era perfettamente a conoscenza della situazione di estrema criticità che si stava determinando sul tratto dell’A1 nell’area fiorentina, con blocchi, intraversamenti e code, anche perché inpossesso dell’Avviso di Allerta diramato dal Dipartimento della Protezione Civile;
d) l’informazione all’utenza su tali situazioni di estrema e complessa criticità con il verificarsi di consistenti e continui blocchi, intraversamenti e conseguenti code lunghe svariati chilometri non viene ornita ai consumatori in modo corretto, sia dal punto di vista qualitativo che temporale, i quali, in assenza di un’adeguata rappresentazione della situazione, continuano a immettersi o avvicinarsi al tratto interessato per tutto il pomeriggio del 17 dicembre;
e) le misure assunte per prevenire e risolvere le suddette criticità risultano insufficienti, inadeguate, intempestive e accompagnate, ancora una volta, da carenti informazioni – sulle misure intraprese e sui tempi previsti per la rimozione degli ostacoli al ripristino della viabilità – ai consumatori ormai bloccati;
f) il concomitante effetto dei fattori sopraelencati ha determinato una situazione di blocco che ha coinvolto migliaia di consumatori alcuni dei quali sono rimasti in autostrada fino a 30 ore (la stessa Società Autostrade ha dichiarato nella relazione resa all’ANAS che i transiti nel tratto autostradale interessato dagli eventi in esame il 17 dicembre 2010 sono stati di circa 25.000 automezzi costretti in una coda di svariati chilometri e in condizioni di gravissimo disagio).
E pertanto, prosegue la sentenza dell’Agcm (fonte sito: www.agcm.it): “La condotta tenuta dalla Società Autostrade per l’Italia, come ricostruita nelle risultanze istruttorie, palesa una pratica commerciale scorretta sotto due diversi aspetti: in primo luogo, sotto il profilo delle modalità di trasferimento ai consumatori delle informazioni sulle reali condizioni di viabilità e, in secondo luogo, sotto il profilo delle modalità di gestione della situazione di criticità verificatasi.
In particolare, le risultanze istruttorie evidenziano l’inadeguato flusso informativo, non tanto dal punto di vista quantitativo ma prettamente qualitativo, reso dal professionista all’utenza in transito e in avvicinamento al tratto fiorentino della A1, sebbene ASPI avesse la disponibilità di precise informazioni circa l’esistenza e l’evolversi delle diverse criticità e, in particolare, circa l’intensità della precipitazione nevosa, l’intraversamento di mezzi pesanti, la presenza di blocchi e la lunghezza delle conseguenti code.
Per tutta la giornata del 17 dicembre u.s., in particolare dal primo pomeriggio fino alle prime ore della mattina del 18 dicembre u.s., le informazioni fornite da ASPI sul suo sistema informativo – e trasmesse anche attraverso ISORADIO – si sono rivelate inadeguate, intempestive e insufficienti a rappresentare correttamente agli automobilisti la reale situazione di criticità che si stava determinando nel tratto fiorentino dell’A1 e che andava compromettendo in modo grave la viabilità anche sulle tratte immediatamente precedenti e successive, nonché sulle autostrade e sulla viabilità ordinaria interconnessa al tratto appenninico dell’A1 (anzitutto l’A11 e l’A14). In merito, la stessa ISORADIO afferma che si è trattato di informazioni “scarse, imprecise e frammentarie dal momento che veniva data informazione solo relativamente ad alcuni tratti che risultavano essere interessati da code o da traffico bloccato” a fronte di “centinaia di SMS di utenti disperati che già da oltre 10 ore erano bloccati in mezzo alla neve e senza alcun tipo di segnalazione”.
Ancor più frammentarie e disorientanti per i consumatori sono risultate le informazioni diffuse sui PMV dislocati in avvicinamento all’area fiorentina, sia in direzione nord che sud. Come adeguatamente rappresentato nelle risultanze istruttorie, su molti dei PMV si sono alternati, anche nelle ore di massimo disagio, messaggi differenti e di diversa gravità (dal blocco per neve, alle code a tratti), disorientando e pregiudicando in modo grave le scelte degli automobilisti che si immettevano o si avvicinavano al tratto di interesse. Ciò ha certamente comportato un’alterazione della loro capacità di scelta, in quanto non sono stati posti in condizione di decidere consapevolmente se interrompere o continuare il viaggio e, in tal caso, affrontare la “trappola” di freddo, neve e ghiaccio in cui già in quel momento si trovava il tratto autostradale in questione.
(…) Le stesse informazioni a disposizione della Società Autostrade per l’Italia confermano, del resto, come tale tratto dell’A1 sia tra quelli maggiormente interessati da eventi nevosi di rilevante portata e come la precipitazione del 17-18 dicembre u.s. non sia stata quella di maggiore entità su tale tratta nel 2010 (vd. tabelle nn. 2 e 3). Del pari, si ricorda che il tratto dell’A1 tra Sasso Marconi e Firenze nord e quello tra Chiusi e Orvieto sono stati definiti, dall’ultima edizione della “Regolamentazione della circolazione dei veicoli pesanti in caso di neve” predisposta da Viabilità Italia, come “tratta di blocco” in cui vige il divieto di transito dei mezzi pesanti in caso di emergenza neve e la Società Autostrade può disporre il fermo obbligatorio
Sulla base dei suesposti motivi, pertanto, l’incompletezza, intempestività e carenza di idonee informazioni all’utenza in transito e in avvicinamento all’area fiorentina dell’A1 circa le condizioni di traffico e viabilità, soprattutto in merito alle specifiche criticità verificatesi nella giornata del 17 dicembre u.s. (code, incidenti, blocco traffico) integra una pratica scorretta da parte di Autostrade, in contrasto con l’articolo 20, comma 2, e 22 del Codice del Consumo, in quanto le gravi omissioni informative non hanno permesso ai consumatori di determinarsi in modo consapevole in ordine alla scelta di transitare o meno sulla tratta autostradale a pagamento gestita dalla medesima società, ovvero interrompere il viaggio o indirizzarsi verso ulteriori percorsi, anche non soggetti a pedaggio autostradale, per raggiungere la propria destinazione.
In secondo luogo, il comportamento di Autostrade appare scorretto anche con riferimento alle modalità con cui ha provveduto alla gestione delle criticità collegate all’evento atmosferico del 17 e 18 dicembre u.s.. In particolare, tale analisi riguarda sia le misure adottate per prevenire la situazione di criticità, sia le misure adottate successivamente per gestire i momenti di criticità attraverso la gestione dei flussi di traffico, dei mezzi antineve (spargisale e lame) e degli interventi per risolvere i problemi occorsi, principalmente attraverso l’attivazione dei mezzi per rimuovere gli intraversamenti.
(…) Proprio in questa prospettiva e paradossalmente, sono proprio i 112 intraversamenti verificatisi nel corso delle due giornate in questione che misurano non tanto l’eccezionalità dell’evento atmosferico, quanto l’incapacità gestionale del concessionario. Non appare, infatti, possibile imputare all’eccezionalità della nevicata la circostanza che dopo i primi intraversamenti se ne siano prodotti moltissimi altri e sempre sui medesimi tratti: ad esempio le registrazioni di sala radio dimostrano che a fronte di intraversamenti che iniziano a verificarsi nelle prime ore del pomeriggio del 17 dicembre u.s.
tra Incisa e Firenze Certosa il casello di Firenze sud sia stato chiuso solo alle 19:05.
(…) In particolare, nel rapporto fra i consumatori ed il concessionario autostradale che si instaura per la fruizione di un’infrastruttura di trasporto, è ragionevole aspettarsi, sulla base di un normale standard di diligenza professionale, sia comportamenti idonei a rimuovere le situazioni di criticità – nel caso di specie il blocco autostradale – in un tempo congruo, sia l’adozione di una serie di azioni volte tempestivamente ad attenuare ogni disagio di maggiore rilevanza. Nel caso di specie, la durata e le condizioni di particolare disagio sopportate dai consumatori, bloccati anche fino a 30 ore nel sedime
autostradale, evidenziano un grado di costrizione specifico della loro libertà di comportamento che li ha vincolati nel rapporto con il professionista, tale da integrare un autonomo profilo di aggressività della condotta.
Questo quanto accertato dall’Antitrust, messo nero su bianco, ora entra quindi nel vivo l’azione dei trasportatori che, con la class action, chiedono il risarcimento di tutti i danni, anche esistenziali, per l’ennesima violazione dei loro diritti.
Cinzia Franchini
Presidente Cna-Fita
Trasporto merci e persone