Iniziano ad arrivare i primi buoni risultati: continua il percorso intrapreso dalla Cna Provinciale di Fermo sulla strada della certificazione volontaria del Made in Italy. Da sempre contraria alla pratica dell'autocertificazione per i prodotti in Italia, la Cna fermana, tramite l'unione Federmoda, si è attivata per promuovere, da oltre un anno, l'adesione degli artigiani del comparto moda del nostro territorio (gli associati Federmoda sono circa 300) al progetto di “Tracciabilità volontaria” portato avanti dall'Italian Textile Fashion. “Ad oggi – rende noto il presidente regionale di Cna Federmoda, Luigi Gobbi – contiamo ben 30 aziende del comparto che hanno chiesto di iniziare la procedura di certificazione secondo le modalità indicate dall'ITF. Tra queste aziende, annoveriamo anche quelle che fanno capo al Consorzio Fermano e all'Arf – Artigiani Riuniti del Fermano, di recente costituzione”. Luigi Silenzi, responsabile regionale di Federmoda, sottolinea: “E' importante evidenziare la presenza di due consorzi che chiedono di partecipare al progetto: se a tutte le loro aziende verranno riconosciute le certificazioni, anche il consorzio stesso potrà fregiarsi di questo importante requisito”. L'ITF, come ribadito dalla direttrice Alessandra Vittoria in occasione del convegno dello scorso maggio organizzato da Cna Fermo a Villa Baruchello, è una società pubblica nata nel 2005 dall'unione di oltre venti Camere di Commercio del territorio nazionale: si tratta di uno strumento indipendente, terzo e senza scopo di lucro, garanzia di serietà nei controlli. Una certificazione, ricordano i responsabili, di tutta la filiera. Di fronte al parziale vuoto normativo e all'impasse che si registra sul fronte europeo riguardo la legge che tuteli la produzione 100% Made in Italy, la Cna Provinciale di Fermo sposa il progetto di certificazione dell'ITF. Entro la fine di settembre, aggiunge Luigi Silenzi, arriverà l'adesione delle Camere di Commercio delle Marche ad Union Filiere.