Guadagnano in media il 7% in meno degli uomini.

La busta paga delle 280 mila lavoratrici marchigiane è più leggera rispetto a quella dei 365 mila lavoratori uomini. Essere donna è penalizzante soprattutto tra gli impiegati, dove il divario salariale è del 16%, e tra gli operai, con una busta paga femminile è più bassa del 15%, mentre le donne dirigenti guadagnano il 2% in meno dei loro colleghi maschi.

 Non solo stipendi e salari più bassi, ma anche lavoro precario e carriere in salita per le donne. Le giovani donne hanno più frequentemente degli uomini un lavoro a tempo determinato (35% contro il 27%).  Inoltre, le donne manager, sul territorio nazionale, sono soltanto il 12%, rispetto alla media europea del 33% e le donne presenti nei consigli di amministrazione di società quotate in borsa rappresentano il 3% rispetto all’11% dell’Europa.

 Sono i dati emersi nel convegno “Donne d’Italia”, andato in scena a Pesaro lunedì 5 marzo (nella Sala “Pierangeli” della Provincia) e organizzato dal Comitato Impresa Donna della CNA regionale, a cui hanno partecipato, per l’associazione provinciale fermana, Rosanna Santarelli, presidente del CID della CNA locale, e la responsabile Luciana Testatonda.

 “Nonostante un quadro del genere – dice Rosanna Santarelli –  sono sempre di più le donne che decidono di avviare un’attività autonoma: nelle Marche, infatti, un’impresa su quattro ha come titolare una donna. Ma anche qui la differenza di genere si fa sentire – aggiunge – soprattutto nel rapporto con le banche: i maggiori tassi d’interesse che le banche applicano alle imprese al femminile sono in media dello 0,3% in più. Inoltre se l’impresa femminile è garantita da un’altra donna, i tassi d’interesse sono più alti dello 0,6% In altre parole, una donna garantita da un’altra donna è considerata dalle banche il peggior cliente in assoluto”.

  Ha aggiunto Alberto Barilari, presidente di Fidimpresa Marche: “Il ruolo dei Confidi si rivela dunque fondamentale: Fidimpresa Marche è in prima fila nel garantire il credito alle imprese dirette da donne. Nel 2011 abbiamo deliberato 577 pratiche di finanziamento alle imprese femminili, per un importo erogato di 14 milioni di euro e 5 milioni di credito  garantito.”

 Investire sulle donne conviene, come sostenuto da Renato Picciaiola, presidente Cna Marche: “Le imprese guidate da una donna, con un alto numero di manager donne o una forte presenza femminile, fanno registrare profitti più alti alla media e sono più solide delle aziende concorrenti”.