Vola l’export marchigiano nel primo trimestre 2013. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la crescita è stata del 13,2%, rispetto ad una diminuzione nazionale dello 0,7%. Lo dicono dati Istat elaborati da Cna e Confartigianato Marche.
Ma analizzando a fondo i dati risulta evidente come l’exploit marchigiano sia imputabile quasi esclusivamente ai prodotti chimici, farmaceutici e medicinali, che registrano un balzo in avanti del 139,8 per cento, passando da 180,9 a 433,8 milioni di euro. Ma non solo. La crescita c’è stata solo nella provincia di Ascoli Piceno (da 438,5 a 703 milioni di euro) grazie soprattutto alla presenza nell’ascolano di uno stabilimento dell’azienda Pfizer, che copre il 20 per cento della produzione mondiale di farmaci. I quali, prima di essere commercializzati, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone, vengono esportati in Belgio. Proprio questo Paese europeo, non casualmente, è risultato, tra gennaio e marzo, il primo partner commerciale delle Marche, con una crescita dell’export dell’84,4 per cento, pari a 186,1 milioni di euro.
“Nessun trionfalismo – commentano le associazioni di categoria – per un dato estemporaneo che lascia inalterati i problemi del sistema produttivo marchigiano, soprattutto del mobile, che continua a perdere quote di mercato all’estero (-7,7%), mentre la moda cresce del 6,5% e la meccanica del 3,3%, con gli alimentari che registrano un lusinghiero +11%, mentre è praticamente azzerato l’export di prodotti petroliferi dalla raffineria di Falconara. Questi risultati – continuano le associazioni – dicono che occorre insistere nella promozione del Made in Italy che anche in una situazione difficile, incrementa l’export, ma è anche indispensabile rilanciare i consumi interni perché non bastano le esportazioni per uscire dalla crisi”.
Per quanto riguarda i Paesi dove vengono esportati i prodotti delle aziende marchigiane, al primo posto si trova il Belgio con un export di 406 milioni di euro, per i motivi già descritti. Al secondo posto la Francia con 307 milioni di euro di merce proveniente dalle Marche. Seguono la Germania, la Russia e gli Stati Uniti dove l’export marchigiano è in crescita del 29,9 per cento. Risultati positivi tanto più se pensiamo che questi Paesi sono anche i nostri principali concorrenti. Buoni anche i risultati verso la Cina (+42,4), l’Arabia Saudita (+65,3), il Brasile (+16,6).
“Va sottolineata – precisano – la crescita dell’export verso i mercati emergenti, ai quali ormai va il 43% dei nostri prodotti, grazie alle iniziative intraprese verso quei Paesi dalle associazioni delle imprese in collaborazione con la Regione e con le Camere di commercio. Attualmente il 20 per cento delle 20.619 aziende manifatturiere marchigiane è presente sui mercati esteri e vi realizza il 40 per cento del fatturato ma l’obiettivo deve essere quello di allargare ulteriormente la platea delle imprese che esportano”.