La CNA si batte contro l’aumento dell’accisa sulla birra, annunciato a copertura finanziaria del provvedimento del governo sulla Scuola. L’Italia è tra i paesi europei con la pressione fiscale più alta sulla birra e sugli alcoli, a tutto danno delle aziende del settore: negli ultimi 7 anni l’accisa è aumentata del 30%.

La CNA sostiene che tale aumento determinerà un calo dei consumi, creando ulteriori difficoltà per le aziende del settore.

Il comparto della birra artigianale in Italia è uno dei settori produttivi più giovani e vivaci del nostro Paese: a metà degli anni Novanta alcuni pionieri della birra avviarono la riscoperta di un modo di produrre artigianalmente, in piccole quantità, la bevanda più bevuta al mondo.

Ad oggi, secondo i dati forniti da CNA nazionale, in Italia si contano più di 500 microbirrifici che producono una vasta gamma di birre artigianali di grande qualità (in media sono aziende costituite da 2 dipendenti, che producono in maniera prevalentemente manuale 500 hl di birra all’anno, per un fatturato che si aggira sui 200.000 euro) premiate per le loro peculiarità dal mercato interno e internazionale.

Sulla questione interviene Marco Raffaeli, titolare del Birrificio “Mukkeller” di Porto Sant’Elpidio, membro del direttivo provinciale di CNA Alimentare: “Al momento l’accisa è totalmente assorbita da noi piccoli produttori artigianali – dichiara – che per poter essere competitivi mettiamo sul mercato un prodotto di altissima qualità senza effettuare ricarichi sul costo finale della birra. L’incidenza è davvero alta: basti pensare che su un fusto di una birra chiara da 30 litri, l’accisa è pari a circa 10 euro. Questa tassa ci impedisce di sognare – dice Raffaeli ciò significa che non ci permette di crescere e svilupparci, per rispondere così alle richieste di un mercato che sta apprezzando sempre di più il nostro prodotto, sia a livello nazionale che internazionale. E poi, blocca quelle opportunità occupazionali che il nostro settore può offrire: con l’accisa che io pago in un anno, ad esempio, potrei sostenere il costo di un dipendente, che al momento non posso permettermi”.

Il settore vive attualmente un momento di importante crescita sia di volumi assoluti di produzione sia di penetrazione di mercato, che, all'interno di una contingente stagnazione dei consumi, sta finalmente e faticosamente creando indotto e occupazione.

A questo proposito è bene ricordare che i birrifici artigianali italiani occupano 5.000 addetti diretti e oltre 100.000 considerando anche l’indotto, con produzioni di qualità che ne sta decretando il successo presso i consumatori, tanto che l’occupazione è aumentata del 4.4% rispetto al 2011.

In questo contesto giunge la notizia dell'aumento dell'accisa gravante sulla birra previsto a copertura dei provvedimenti contenuti nel D.L. 91 del 09/08/2013 a sostegno delle disposizioni urgenti a tutela e rilancio dei beni, delle attività culturali, del turismo e nel D.L. 104 recante misure urgenti in materia di istruzione.

CNA Alimentare intende rilevare la inopportunità di tali provvedimenti che tentano di risolvere le problematiche contingenti tramite prelievi fiscali non adatti e controproducenti, appesantendo e ostacolando l'attuale fase in controtendenza di un comparto che crea sviluppo e occupazione e che, a differenza di altri paesi in Europa, non gode di nessuna agevolazione di tipo fiscale rispetto ai grandi produttori.