Dal registro delle imprese della Camera di Commercio risulta che quelle attive nella provincia di Fermo e censite nel III° trimestre del 2013 sono 20.172. Il saldo, calcolato come differenza tra iscrizioni e cancellazioni (al netto di quelle di ufficio per depurarlo dagli effetti delle procedure amministrative) è pari a 11 imprese in più rispetto al II° trimestre 2013. Nel periodo 2009-2012 il tasso di crescita delle imprese della provincia di Fermo, sebbene decrescente, risulta sempre positivo in quanto i tassi di natalità sono sempre superiori a quelli di mortalità. Per quanto riguarda, invece, il sistema delle imprese artigiane, che nella provincia di Fermo rappresenta circa il 36% del totale, si osservano negli ultimi anni tassi di crescita negativi con una conseguente costante riduzione del numero di imprese artigiane attive.

Osservando i dati per macro settore di attività economica relativi al medio periodo (che va dal III° trimestre 2009 al III° trimestre 2013), si registra un calo del numero di imprese pari a 428 unità (-2,07%), che esprime un ridimensionamento del sistema produttivo in quasi tutti i macro settori, fatta eccezione per il terziario. In quest’ultimo macro settore infatti, sebbene si osservi una riduzione del numero di attività commerciali (-91) e delle imprese di trasporto (-42), si registra un aumento del numero di attività di alloggio e ristorazione (+86 attività in 4 anni), delle attività immobiliari (+29), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+54) e delle attività di servizi alla persona (+36).

Considerando, invece, il periodo più recente il tessuto delle imprese della provincia di Fermo ha perduto in 12 mesi (i dati sono aggiornati alla fine del III° trimestre 2013)  243 imprese rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 68 di queste appartengono ai settori manifatturieri e 51 al settore delle costruzioni. Nell’ambito del terziario i settori di attività economiche che nell’ultimo anno registrano le principali variazioni positive riguardano i servizi di alloggio e ristorazione (+17 unità locali), le agenzie di viaggio e i servizi di noleggio e di supporto alle imprese (+18 unità locali) e le attività immobiliari (+11 imprese). 

Nell’ambito delle attività manifatturiere quasi tutti i più rappresentativi settori della provincia nel corso dell’ultimo anno (III° trimestre 2012- III° trimestre 2013), registrano una diminuzione di imprese attive: calzature e fabbricazione di articoli in pelle (-36), fabbricazione di prodotti in metallo (-5), confezioni di articoli di abbigliamento (-9).

Siamo convinti che alla radice di questa drammatica recessione ci siano molte ragioni – sostiene il Presidente Provinciale della CNA di Fermo Paolo Silenziuna su tutte, e non adeguatamente analizzata, è la profonda ri-allocazione della ricchezza che dal mondo della produzione e del lavoro si è trasferita alla finanza e alla rendita: mentre l'1% della popolazione si è straordinariamente arricchito, il sistema delle piccole e medie imprese e dei lavoratori si è impoverito. Questo cambiamento ha prodotto una significativa contrazione dei consumi, in particolare di quelli riferibili alla classe media. Uno stato di cose che tuttavia non deve essere considerato come irreversibile: si può e si deve intervenire sulla distribuzione della ricchezza, che deve essere ri-allocata su chi produce e su chi lavora, altrimenti la domanda non potrà ripartire”.

Dai dati relativi al terzo trimestre di quest’anno – commenta il direttore della CNA Provinciale di Fermo Alessandro Miglioreemerge chiaramente come, nonostante il saldo positivo degli ultimi tre mesi rispetto ai precedenti, il tasso di crescita rispetto a cinque anni fa sia decisamente decrescente e come, rispetto al 2012, il tessuto delle imprese del Fermano abbia perso 243 aziende, per lo più del settore delle costruzioni, dell’autotrasporto e del manifatturiero. Si tratta di alcuni tra i settori vitali per l’economia del nostro territorio.

E’ la perdurante crisi della produzione in Italia è sotto gli occhi di tutti – prosegue il direttore – quello che non è chiaro è cosa stia facendo la politica per combatterla. Ritengo che andrebbero quanto meno concertate politiche di sano protezionismo, perché se in Italia la produzione è in costante crisi, nelle altre parti del mondo c’è chi continua a crescere”.

Aggiunge il direttore provinciale: “La CNA di Fermo ha appena concluso la stagione delle assemblee congressuali con cui ha rinnovato sia gli organismi dirigenti che lo spirito con cui affrontare la tutela delle imprese che rappresenta. Dall’assemblea elettiva dello scorso 19 ottobre abbiamo lanciato un messaggio agli imprenditori artigiani: bisogna contrastare frontalmente il pessimismo ma, soprattutto, il declinismo. Il nostro Paese infatti rischia di rimanere prigioniero di un atteggiamento depressivo e molto pericoloso, ormai diffuso in tutta Europa. Un messaggio – conclude Alessandro Miglioreinviato non solo agli artigiani ma anche a chi ci governa che, come le imprese, non deve mai smettere di reagire e di fare sacrifici pur di continuare a realizzare il sogno di una vita”.

(Fonte: elaborazioni Centro Studi CNA Marche su dati Infocamere-Movimprese).