Bonus e superbonus sì, ma per l’edilizia i tempi sono ancora difficili, con i costi che continuano a lievitare e il 110% che tarda a decollare. A causa del prezzo dei materiali schizzato alle stelle, inoltre, gli imprenditori acquistano le forniture altrove, se non addirittura all’estero, a scapito del tessuto economico territoriale.

A spiegarlo è Loris Antolini, Presidente della CNA Costruzioni di Fermo: “Se ci vogliono almeno quattro mesi, in media, per predisporre le pratiche del Bonus 110% per le ristrutturazioni edilizie, è normale che i cantieri siano fermi e questo tipo di interventi resti tra gli ultimi a partire. Discorso diverso – fa notare Antoliniper il Bonus facciate e per i classici bonus legati al risparmio energetico, in cui una burocrazia relativamente più snella genera una richiesta molto più alta. Tuttavia a pesare restano le materie prime: paghiamo ferro e legno il doppio di prima, e anche il cemento ha subìto un aumento di almeno il 5%”. E’chiaro quindi che il ritocco dei preventivi, magari rimasti nel cassetto in attesa che fossero sciolti i nodi normativi sulle agevolazioni, non fa piacere all’utente finale ed il rischio è di perdere le commesse: “Per mantenere l’affidamento del lavoro – spiega Loris Antolinioggi l’imprenditore cerca di contenere le voci di spesa legate alle materie prime rivolgendosi a fornitori esterni, fuori regione oppure addirittura stranieri, magari che realizzano prodotti in serie, industriali, a scapito del lavoro artigiano del territorio”.

Nel quadro generale, a questa tendenza si aggiunge la spirale rialzista dei prezzi delle materie prime legate invece all’energia: “Che si agisca in tempi rapidi sulla fiscalità della bolletta in maniera strutturale – dice il Direttore Generale CNA Fermo Alessandro Migliorecancellando una serie di oneri impropri che gravano soprattutto sulle pmi, che pagano il prezzo più alto per l’energia sia in Europa che in Italia rispetto alle imprese più grandi. Il decreto sostegni bis ha ridotto il volume degli oneri di sistema che gravano sulla bolletta, ma temiamo sia un intervento spot, limitato al periodo emergenziale e rivolto solo ai settori che hanno subito chiusure. Come CNA abbiamo chiesto al Governo di farsi promotore di una iniziativa a livello internazionale per rimuovere il lungo elenco di dazi che determina ulteriore pressione sui prezzi delle commodity”.