Le aziende che saranno in fiera, ci vanno da eroi. Ringraziamo questi imprenditori che, oltre ad aver dimostrato di saper gestire al meglio l’impresa nonostante il periodo poco favorevole, contribuiscono a tenere alto il nome del nostro distretto calzaturiero. Alla politica il compito di fare tutto il possibile affinché gli sforzi di chi lavora non siano vani”.

Non usa mezzi termini Paolo Mattiozzi, Presidente CNA Federmoda di Fermo, per descrivere il sentimento che anima gli artigiani sulla strada per il Micam di settembre: “La situazione è delicatissima, le cause sono purtroppo note e il pensiero va agli imprenditori, grandi e piccoli, che hanno dovuto rinunciare all’appuntamento fieristico – dice MattiozziPer questo è nostro compito alzare ancora di più il volume delle richieste del mondo produttivo legato alla moda, in vista delle elezioni del 25 settembre”.

L’ottimismo che si respirava dunque nell’ultima edizione, quella di febbraio, e che faceva ben sperare, è stato dissipato dagli avvenimenti delle settimane immediatamente successive e oggi la situazione, già complicata dalle conseguenze delle sanzioni, è aggravata da crisi energetica e delle materie prime: “Agli imprenditori servono risorse – aggiunge Michele Mercuri, componente del direttivo fermano di Federmoda con delega alle calzaturefar girare la catena di produzione è già dispendioso di per sé, la partecipazione alle fiere è una voce di costo che incide molto e ora la necessità di puntare su altri mercati rappresenta un ulteriore investimento. Ci vogliono almeno due anni per entrare a pieno su un nuovo mercato, conoscerne le dinamiche e affermarsi”.

A queste considerazioni si aggiunge l’amaro in bocca lasciato dalle modifiche ai criteri di ammissibilità al credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo e le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate.

Mattiozzi, alla vigilia del Micam di Milano, ricorda gli aspetti su cui CNA chiede alle istituzioni di puntare i riflettori dell’azione politica: “La filiera della moda sta subendo dei riassetti organizzativi dovuti all’insediamento di grandi firme, che genera migrazioni su particolari profili professionali. Ecco perché la formazione continua deve essere sostenuta con risorse importanti, al fine di preservare il valore della filiera stessa e ricostruire professionalità perse negli anni della crisi. Sono necessari incentivi alle assunzioni, risorse per l’orientamento e la formazione on the job, e bandi dedicati al settore moda”.

A questo proposito, suggerisce il Presidente Federmoda, ringraziando Regione Marche e Camera di Commercio per le misure già attivate, sarebbe opportuno ripetere esperienze positive come il bando campionari e concentrarsi sui temi quali internazionalizzazione, innovazione, sviluppo digitale, sostenibilità, economia circolare e ricambio generazionale.