Un Everest da scalare. Così immaginano gli appalti pubblici le piccole e medie imprese italiane. Un ostacolo dietro l’altro costellano un mercato in costante crescita, estremamente interessante e appetibile per le pmi (dai 100 miliardi del 2016 ai 200 del 2021) ma dal quale spesso sono tagliate fuori.

CNA ha studiato, nel quarto Osservatorio Burocrazia presentato il 24 gennaio a Roma alla presenza del Ministro Matteo Salvini, oltre 6 mila gare di appalto pubblicate dalle stazioni appaltanti di 28 città italiane, elaborando una fotografia della realtà ancora una volta poco favorevole.

Le pmi rappresentano il 96% dell’impresa italiana – ricorda il Presidente Territoriale di CNA Fermo Emiliano Tomassinieppure dalle stime CNA emerge che solo il 17% di loro può, potenzialmente, accedere al mercato degli appalti pubblici per una quota di mercato che riescono effettivamente ad aggiudicarsi di appena il 5%. E’ ora di superare questa condizione che penalizza artigiani e le piccole imprese”.

818 modifiche al Codice dei Contratti pubblici dal 2016 al 2022 (l’articolo 36, per i contratti sotto soglia, conta 16 cambiamenti), 17 linee guida Anac e 45 decreti ministeriali, 36 mila stazioni appaltanti sul territorio nazionale che si comportano in maniera diversa. Per non parlare delle fonti: oltre 100, dal regio Decreto del 1869 ai decreti PNRR.

I numeri purtroppo parlano chiaro – sostiene Andrea Caranfa, Coordinatore della CNA di Fermoe a questo aggiungiamo, tra le altre criticità, che solo il 18% dei bandi prevede la suddivisione in lotti dell’appalto, che il 30% delle procedure si svolge ancora in modalità cartacea e che gli allegati ai bandi di gara possono arrivare fino a 150”.

Abbiamo posto all’attenzione del Governo la necessità di un intervento in profondità, che tenga conto del tessuto economico e delle disfunzioni del mercato degli appalti pubblici, per le quali i cittadini pagano inefficienze a non finire”, fa notare il Presidente Tomassinie raccolto in un decalogo i nostri suggerimenti, perché alla segnalazione delle problematiche la CNA fa sempre seguire proposte concrete”.

Nelle prossime settimane presenteremo il lavoro dell’Osservatorio ad amministratori locali e parlamentari – chiosa il Coordinatore Caranfae le proposte stilate per ridurre le difficoltà di artigiani e pmi nell’accesso al mercato degli appalti pubblici”.

Le proposte CNA:

  • Certezza delle fonti;
  • Semplificazione del regime degli appalti sotto soglia;
  • Riserva obbligatoria in favore delle pmi sul modello francese;
  • Introduzione dell’ambasciatore delle piccole imprese negli appalti all’interno delle stazioni appaltanti;
  • Piena digitalizzazione delle banche dati per ridurre gli oneri richiesti alle imprese;
  • Trasparenza dei dati;
  • Qualificazione delle stazioni appaltanti e degli operatori economici;
  • Favorire forme aggregate tra imprese;
  • Proporzionalità dei Criteri Minimi Ambientali (CAM);
  • Cabina di regia per monitorare l’attuazione della riforma.