Cassetti fiscali delle imprese pieni, rischio “fallimenti annunciati”, cantieri abbandonati, famiglie con lavori non terminati e che non rientrano più nel beneficio, manovalanza disoccupata, l’impossibilità di avere disponibili aziende attive e con liquidità per partecipare ai lavori del PNRR. Ecco il caos creato dai crediti fiscali legati ai bonus edilizi. Ci potrebbe essere uno spiraglio?

Lo auspichiamo, ed è contenuto nella lettera che abbiamo inviato al Presidente della Provincia di Fermo, Michele Ortenzi”.  Così Loris Antolini, imprenditore che guida gli edili della CNA di Fermo, riferendosi alla proposta inoltrata alla Provincia proprio questa settimana: “Con il Presidente regionale di CNA Costruzioni Marco Rossi abbiamo richiesto un incontro in Provincia per verificare la possibilità che l’ente acquisisca i crediti derivanti da bonus edilizi dalle banche locali, per utilizzarli in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni. A fare da apripista – spiega Antoliniè stata la Provincia di Treviso, che ha acquistato crediti per 14,5 milioni di euro dalla Banca Popolare Sant’Angelo e Banca di Credito Cooperativo di Cherasco.  Anche la Regione Sardegna e alcuni Comuni del Veneto, sono pronti a far partire questo tipo di operazioni”.

Si tratta di azioni consentite dalle normative vigenti, che permettono di acquistare crediti dalle banche, aiutandole a liberare i loro cassetti fiscali e tornare a prendere crediti dalle imprese edili, mentre gli enti locali possono usare i crediti per compensare i propri debiti fiscali.

“I vantaggi derivanti da questa operazioni sono per tutti – commenta Loris Antolini – e le imprese possono riaprire i cantieri, facendo ripartire il mercato edile con benefici per tutta l’economia”.

Nel frattempo, la possibilità di partecipazione delle imprese artigiane alle gare di appalto pubbliche continua a far discutere. I risultati dell’indagine dell’Osservatorio CNA diffusi nei giorni scorsi hanno acceso i riflettori sulle necessarie modifiche al decreto evidenziate dalla nostra associazione in vista della prossima approvazione del nuovo Codice degli Appalti.

L’obiettivo è garantire un’effettiva e concreta apertura del mercato degli appalti pubblici alle imprese artigiane”, riferisce il Coordinatore della CNA di Fermo, Andrea Caranfa, che spiega: “Per farlo ci vuole un sistema di regole chiare, stabili nel tempo e di facile applicazione. Le aziende del settore chiedono che si lavori soprattutto su aspetti quali la suddivisione in lotti, il subappalto e la sua adeguata regolamentazione e i consorzi di imprese artigiane”.

Il Presidente dei Costruttori CNA Antolini entra nello specifico: “In una recente audizione in commissione Ambiente alla Camera CNA ha chiesto di introdurre vincoli nei confronti delle stazioni appaltanti, per assicurare la suddivisione degli appalti in lotti funzionali. Riteniamo opportuno limitare il ricorso al subappalto, almeno nell’ambito del sotto-soglia e negli appalti di minor valore. E poi bisogna modificare la norma sui consorzi prevista dal decreto: i consorzi di imprese artigiane non possono di certo essere assimilati ai consorzi stabili”.