Nel primo semestre 2020, secondo il Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Istat, le esportazioni delle Marche sono calate del 17,8%, quindi più rapidamente di quanto è avvenuto per il Paese nel suo complesso (-15,3%). Peggio delle Marche hanno fatto solo Basilicata, Sardegna, Valle d’Aosta e Piemonte.
Il dato del II trimestre registra per l’export marchigiano un calo tendenziale del -26,2% e uno congiunturale del -18,7%. Il crollo dell’export del sistema moda è quello più elevato in assoluto ma sono crollate anche le esportazioni dei mezzi di trasporto, dei macchinari e degli elettrodomestici. Sono fortemente cresciute, invece, nel semestre le esportazioni di articoli farmaceutici (+40,8%).
“Tra i Paesi principali delle nostre esportazioni” ha commentato il direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini “a diminuire più intensamente (in %) i flussi di export dalle Marche sono stati Svizzera, Regno Unito, Russia, Turchia e Cina. Per quanto riguarda l’export delle province marchigiane, da sottolineare come le produzioni farmaceutiche della provincia di Ascoli Piceno abbiano probabilmente consentito a questo territorio di migliorare l’export (+17,3%) in netta controtendenza con le altre aree provinciali”.
“Questi dati dimostrano” afferma il segretario Cna Marche Otello Gregorini “che occorre rafforzare la presenza delle piccole e medie imprese sui mercati esteri dopo la frenata provocata dalla pandemia. Servono una regia della Regione e una sinergia molto forte con Camera di Commercio e associazioni di categoria, per favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese. Stanziamento di risorse adeguate e forti investimenti sull’e-commerce, diventato centrale in epoca Covid19. Vanno costituiti stand collettivi della Regione Marche nelle Fiere nazionali e internazionali, in collaborazione con le associazioni di categoria, per rappresentare le eccellenze del “Made in Marche”, con spazi e agevolazioni finanziarie per le piccole imprese.”