Quattordici imprese su cento usano ancora la carta per redigere le fatture. Consegnandole, in un secondo momento, agli intermediari per farle trasformare in fatture digitali, come prevede la norma entrata in vigore il primo gennaio. Una rivoluzione che, evidentemente, non si può compiere dalla sera alla mattina. Da una nostra recente indagine tra le sedi operative territoriali che assistono i contribuenti nell’emissione delle fatture elettroniche, è emerso che sono, tutto sommato, accettabili i problemi di dialogo con lo Sdi, il sistema di interscambio dell’Agenzia delle entrate che invia e riceve le fatture.

Esistono problemi di altra natura, però, e sono gravi. Il termine di dieci giorni previsto per emettere e trasmettere le fatture è insufficiente. La normativa appare poco idonea al passaggio al fisco digitale, creando difficoltà nel rispetto dei tempi degli altri adempimenti fiscali di routine, e fa sorgere problemi operativi.

Serve perciò una proroga, valida per tutto il 2019, del periodo transitorio sui termini di emissione e registrazione delle fatture elettroniche. I tempi non sono maturi per arrivare in breve al regime definitivo.