I dirigenti, dipendenti e collaboratori dell’associazione artigiana hanno partecipato alla Convention della Cna Marche . E’ intervenuto il Segretario nazionale Cna Sergio Silvestrini.

Nella nostra regione, tra il 2008 e il 2015, proprio negli anni della crisi, sono state 10.800 le piccole imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie innovative. Nel 2015 il Pil è aumentato dello 0,4 mentre per il 2016 è previsto un aumento dell’1 per cento pari a 370 milioni di euro. Attualmente il Pil marchigiano ammonta a 37 miliardi di euro

Timida ma c’è. La ripresa dell’economia marchigiana è arrivata e dovrebbe consolidarsi nel 2016. Se nel 2015, secondo i dati dell’istituto i ricerca Prometeia, diffusi alla convention Cna delle Marche, il Pil regionale è cresciuto dello 0,4 mentre per il 2016 è previsto un aumento dell’1 per cento pari a 370 milioni di euro. Attualmente il Pil marchigiano ammonta a 37 miliardi di euro. Previsti in ulteriore aumento anche l’export (+2,8 per cento), gli occupati (+0,7 ), il reddito disponibile (+2,5) e la spesa per consumi (+2,2).

Ripartire dalle Marche, vincere la crisi e rilanciare il sistema produttivo regionale, sono gli obiettivi delineati dalla Cna nella convention che si è tenuta a Castelfidardo (An) che ha visto la presenza dei dirigenti, dipendenti e collaboratori, che si sono confrontati sul futuro l’associazione e dell’economia marchigiana.

All’iniziativa sono intervenuti il segretario nazionale Cna Sergio Silvestrini e i presidenti di Cna Marche Gino Sabatini, di Fidimpresa Marche Sabina Cardinali e di Formart Marche Stefano Spernanzoni. Nel corso della convention sono stati premiati i collaboratori e i dipendenti della Cna che da oltre 35 anni dedicano all’associazione e agli artigiani marchigiani il loro impegno e il loro lavoro.

“Nelle Marche ” ha dichiarato il segretario regionale Cna Otello Gregorini “sono stati l’artigianato e la piccola impresa a pagare più duramente la crisi ma siamo convinti che, se adeguatamente supportati, saranno proprio loro l’elemento forte per riprendere traiettorie di crescita. Gli artigiani sanno coniugare la tradizione e il saper fare con i grandi temi dell’innovazione”. Una affermazione supportata dai numeri. Nelle Marche, infatti, tra il 2008 e il 2015, proprio negli anni della crisi, sono state 10.800 le piccole imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie innovative mentre 15.036 sono le imprese guidate da giovani con meno di trentacinque anni dinamiche e pronte a cogliere le opportunità offerte dalla ripresa economica.

“La legge di stabilità presentata dal Governo” ha sostenuto il segretario nazionale Cna Sergio Silvestrini “aiuta il percorso verso la ripresa ma questa è ancora troppo timida. Le nostre piccole imprese hanno dimostrato grande capacità di resistere nella lunga fase di crisi ed ora si candidano come risorsa per il Paese nella fase di crescita. Ma vanno aiutate con ulteriori misure come l’abolizione dell’Imu sugli immobili strumentali e l’abbattimento dell’anticipo Iva sulle ristrutturazioni dall’8 al 4 per cento. Serve anche un taglio dell’imposizione fiscale che, solo con le scadenze di dicembre, costa ad ogni impresa artigiana in media 12 mila euro”.

Sono 17.800 gli imprenditori associati alla Cna, circa un terzo dei 47.304 artigiani marchigiani. Ad essi si aggiungono 15.800 artigiani pensionati. Sono 476 i dipendenti e i collaboratori della Cna distribuiti in 61 sedi territoriali. Negli ultimi dodici mesi lo sforzo di aumentare la competitività delle imprese ha portato il sistema Cna a realizzare 3.330 pratiche per l’ambiente e la sicurezza e 182 progetti di innovazione e di ricerca Inoltre l’ente di formazione Formart Marche ha attivato 90 corsi di formazione per gli artigiani e per i loro dipendenti. Infine il Confidi unico della Cna Fidimpresa Marche ha garantito finanziamenti per 180 milioni di euro per gli investimenti e la liquidità di 4.241 imprese.

“Alle istituzioni regionali ” ha dichiarato il presidente Cna Marche Gino Sabatini “chiediamo di favorire l’accesso al credito delle piccole imprese, ridurre il gap infrastrutturale con le altre regioni e di semplificare gli adempimenti perché la burocrazia costa all’artigianato marchigiano più di 100 milioni di euro all’anno: se questa cifra venisse finalizzata agli investimenti sarebbe un’iniezione fortissima di risorse lo sviluppo.”