Riportiamo l'intervista al Presidente Paolo Silenzi realizzata dal giornalista Andrea Braconi per il numero di novembre del periodo in distribuzione gratuita "Corrierenews".

"La CNA è l’artigiano, senza di lui non esisterebbe. Un concetto che Paolo Silenzi (foto Marilena Imbrescia), nuovo presidente dell’associazione provinciale di Fermo, sottolinea con determinazione nel corso di una lunga chiacchierata sugli obiettivi programmatici dei suoi 4 anni di mandato. Sta entrando nel cuore della vita associativa della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Fermo (autonoma dal 2009 da quella picena), confrontandosi con le varie associazioni di categoria, con la Camera di Commercio e con tutte le Istituzioni per mettere in atto, concretamente, un piano strategico. Perché non si può stravolgere quello che funziona, afferma. Si deve, piuttosto, investire su punti ben definiti, a partire dalla formazione.

Dobbiamo fare in modo – dice il neo preseidente – che i giovani che entrano nel mondo del lavoro lo facciamo con un vero bagaglio culturale. I corsi di formazione ad hoc devono servire a creare in loro un interesse, devono sensibilizzarli, spiegare che un’attività di questo tipo genera attitudine, curiosità e propensione giusta per creare i presupposti per esprimersi e contribuire alla creazione del vero made in Italy”.

Formazione e nuove generazioni: da anni sentiamo che uno dei problemi è il mancato ricambio generazionale o, comunque, un ricambio limitato. Basta la formazione per accelerare questo processo oppure servono anche altre tipologie di interventi?
I nostri genitori sono entrati attraverso l’artigianalità. C’è chi poi è passato all’industrializzazione e, quindi, si sono venute a creare dinamiche diverse. E’ ovvio che la seconda generazione, la nostra per intenderci, si è prodigata un po’ di più su commercializzazione e marketing. Ecco perché resto convinto che supportare la formazione permette ai ragazzi che entrano in quelle che mi piace definire botteghe di annusare questa essenza, questa straordinaria particolarità. Lì trovano stimoli e possono a loro volta subentrare e dare un valore aggiunto. Perché la loro creatività è importante, specie in questa fase così complessa”.

Altri punti fondamentali?
Le reti d’impresa, per ottimizzare costi e servizi e proiettarsi verso il mondo in maniera più efficace. E poi la facilitazione dell’accesso al credito: attraverso Fidimpresa Marche, il Confidi della CNA che conta quasi 4.000 soci, gli artigiani riescono meglio ad ottenere garanzie sulle proprie operazioni”.

Capitolo internazionalizzazione: quali i mercati su cui puntare oggi, quali domani?
Sono tanti, si parla del BRIC, ma se andiamo ad analizzare questi mercati notiamo differenze sostanziali. Il Brasile ha dei dazi troppo alti, è difficile penetrare in maniera adeguata. L’India è un mercato ancora troppo chiuso, la cultura del Made in Italy non è ancora entrata nella domanda di prodotti da parte di questa Nazione. Rimane la Cina, che è un mercato molto appetibile. I buyers cinesi, innanzitutto, sono curiosi e vogliono delle aziende con delle storie da raccontare. Vogliono una cultura, una tradizione nei prodotti che vanno ad acquistare. Una filosofia, questa, che in Cina è riconducibile anche ai grandi distributori”.

Dalla Cina al Fermano per parlare della collaborazione tra associazioni di categoria ed istituzioni.
E’ migliorata tanto, anche perché oggi è fondamentale non fare campanilismi, altrimenti si creano solo micro progetti che non aiutano nello sviluppo di un’internazionalizzazione incisiva, capace di dare importanza a tutto il territorio. Ci vogliono quindi delle strategie comuni, occorre captare le indicazioni, i flussi e concentrarsi tutti insieme nella realizzazione dei progetti giusti. E’ ovvio che ogni associazione di categoria ha i propri associati ed offre i propri servizi, ma per quanto riguarda progetti così importanti dove c’è in gioco il futuro di un intero territorio dobbiamo presentarci con una strategia di rete diversa, per conquistare nuovi mercati”.

Anche le associazioni di categoria devono sapersi innovare. Va dato atto alla CNA di aver già intrapreso questo cammino, con risultati più che significativi.
Facendo così la CNA ha lanciato un segnale chiaro alle aziende: noi investiamo, comunicando di più, organizzando assemblee, portando esperti a dialogare, facendo seminari formativi. La nostra è una strategia che porta a dare più valore all’artigiano stesso. La CNA mette a disposizione dei servizi innovativi, che portano a dare più visibilità e valore a tutti gli associati”.

Hai affermato che una cosa fondamentale è quella di avere più rendita dal nostro territorio.
Ho trovato una CNA autorevole e rappresentativa, grazie al lavoro di Sandro Coltrinari e di tutti quelli che hanno collaborato con lui in questa attività. Gli associati crescono e siamo riconosciuti come un’associazione che difende i diritti degli artigiani. Ma dobbiamo anche puntare ad avere più rendita dal nostro territorio. All’estero fanno difficoltà a ‘localizzare’ la nostra regione, figuriamoci quando parliamo del Fermano! Questo vuol dire che noi abbiamo sempre puntato sui prodotti di qualità, che ci hanno fatto conoscere, ma dobbiamo oggi saper valorizzare il territorio nella sua interezza e renderlo riconoscibile. Come CNA punteremo su questa tipologia di promozione. Bisogna fare in mondo che gli operatori vengano attratti da e nel nostro territorio: questo vuol dire favorire gli incoming ed aiutare così quelle categorie che non possono permettersi di internazionalizzare. Continuiamo a farci conoscere, quindi. Facendoci riconoscere”.

I NUMERI DELLA CNA FERMO
Oltre 1.600 iscritti
1 sede provinciale (Fermo)
5 sedi territoriali (Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Falerone, Amandola e Valmir di Petritoli)
15 unità di personale in dotazione
10 unioni di mestiere
3 raggruppamenti di interesse (tra questi anche il settore Giovani Imprenditori)
3 direttivi zonali (Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio e Amandola)

INFO Tel. 0734.600288 fermo@cnafermo.it www.cnafermo.it