Secondo semestre del 2018 in frenata per le imprese artigiane con dipendenti ma per il 2019 prevale l’ottimismo. Ad affermarlo l’indagine congiunturale dell’Ebam l’Ente bilaterale dell’artigianato marchigiano, costituito dalle Associazioni di categoria e dai sindacati delle Marche.

“Tra luglio e dicembre” ha affermato Giovanni Dini direttore del Centro Studi Cna Marche “ il fatturato è diminuito per il 20,5 per cento delle imprese ed è rimasto stabile per il 59,9 per cento. Ad averlo aumentato è stato il 19,6 per cento delle aziende. Ad essere andati peggio sono stati i settori delle calzature, del mobile, dell’autoriparazione e della ristorazione. Bene gli alimentari, la meccanica e i servizi alla persona. La crescita del fatturato è stata frenata dal mercato locale e nazionale, mentre decisamente meglio sono andate le imprese che esportano i loro prodotti.” Malgrado la situazione di incertezza continuano ad aumentare le imprese che investono che sono state nel secondo semestre del 2018 il 23,9 per cento, rispetto al 23 per cento del primo semestre e il 16 per cento del 2016. Ma se cresce la voglia di investire, a frenare le imprese artigiane, è il peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Una stretta creditizia è stata denunciata dall’11 per cento delle imprese mentre solo il 5,2 per cento ha rilevato condizioni più favorevoli per ottenere prestiti finalizzati agli investimenti.

Insomma” secondo il presidente Ebam Marco Pantaleoni e il vicepresidente Renzo Perticaroli  “l’artigianato marchigiano non è ancora uscito dalla crisi ed è in bilico tra la ripresa ed una nuova recessione che darebbe un colpo mortale al sistema produttivo regionale. Serve l’impegno delle istituzioni e di tutti gli attori regionali per scongiurare tale eventualità e sostenere un settore centrale  per l’economia marchigiana”.

Il rapporto dell’Ebam (Ente Bilaterale Artigianato Marche) “Artigianato e lavoro: le prospettive nelle Marche”, è stato presentato a Urbino. Sono stati illustrati i dati congiunturali su produzione, investimenti e accesso al credito. Inoltre il rapporto comprendeva un focus sui lavoratori immigrati nell’artigianato.

Dopo i saluti del presidente Ebam Marco Pantaleoni e la relazione del direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini, sulla congiuntura delle imprese artigiane con dipendenti, è stata Fabiana Screpante dell’Ufficio Studi Confartigianato Marche a descrivere il peso dell’artigianato sull’economia marchigiana.

“Le imprese artigiane regionali” ha spiegato Screpante “sono fortemente condizionate dall’andamento del mercato nazionale e locale. Infatti ben l’84 per cento delle imprese realizza esclusivamente il proprio fatturato sul mercato nazionale e solo il 16 per cento si rivolge anche ai mercati esteri. Per quanto riguarda i canali di vendita, la quasi totalità del fatturato (93,8 per cento) deriva dalla vendita diretta e appena lo 0,3 per cento dalla vendita on line. Il resto passa attraverso agenti, grossisti e fiere.”

Il lavoro degli immigrati nelle imprese artigiane. A descrivere caratteristiche e dinamiche ha pensato Elisa Marchetti dell’Ires Cgil.

“Nella nostra regione” ha commentato Marchetti “gli immigrati extracomunitari dipendenti di imprese artigiane sono 6.945 e rappresentano il 14,9 per cento dei lavoratori. La provincia con l’incidenza di lavoratori extracomunitari maggiore è Pesaro Urbino con il 16,6 per cento. Tra il 2014 e il 2018 i lavoratori extracomunitari occupati nelle imprese artigiane, sono cresciuti del 23,1 per cento mentre nel complesso dell’economia regionale, sono calati del 4,6 per cento.” 

Che ruolo svolgono i lavoratori extracomunitari nelle imprese artigiane?

“ Per l’82,8 per cento” precisa Marchetti” sono operai, per il 13,7 per cento apprendisti e per il 3,2 per cento impiegati. Nessuno ricopre ruoli di quadro o dirigente.”

Sul mercato del lavoro marchigiano e sul ruolo dell’artigianato è intervenuto il Prorettore Vicario dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini.

“Le piccole dimensioni delle imprese artigiane” ha sottolineato Calcagnini “rappresentano un fattore di criticità perchè frenano l’organizzazione aziendale e l’internazionalizzazione mentre sino elementi positivi l’aumentato numero di diplomati e laureati assunti nell’artigianato e la crescita degli investimenti in innovazione e in tecnologia”.

I lavori sono stati conclusi dal videpresidente Ebam Renzo Perticaroli.