I Confidi vigilati delle Marche (UNI.CO. e Confidicoop Marche) ritengono che il contenuto dell’articolo apparso nei giorni scorsi sul quotidiano Il Resto del Carlino, contenga numerose inesattezze, rivelando quanto chi lo ha ispirato non conosca in primis il nuovo Decreto “Cura Italia” e ancor più faccia fatica a districarsi su temi di carattere finanziario ed economico.
Nell’articolo si confonde la garanzia prestata dal Fondo Centrale di Garanzia, con il credito che gli Istituti di Credito e gli Intermediari finanziari (Confidi) possono e debbono concedere.
L’art.49, comma 1, lett. a del Decreto “Cura Italia2 sancisce che la garanzia del Fondo Centrale di Garanzia è concessa a titolo gratuito; a titolo gratuito è altresì offerto l’accesso alla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia da parte delle Banche e degli Intermediari finanziari (Confidi)”. Dove sono i maggiori costi?
Il comma 9 dello stesso articolo 49 prevede che, “….il Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico possa, qualora necessario, prevedere ulteriori misure di sostegno finanziario alle imprese attraverso il rilascio di finanziamenti a tasso agevolato e di garanzie fino al 90% a favore delle imprese, tramite le Banche o gli Intermediari Finanziari (Confidi) che erogheranno nuovi finanziamenti agevolati alle imprese.”
La non conoscenza da parte di chi parla dell’iter operativo di delibera delle richieste di credito alle Banche, tramite il Confidi, porta ad affermare cose assolutamente non vere. Banca e Confidi effettuano l’analisi delle richieste di credito in contemporanea, raggiungendo la delibera sostanzialmente negli stessi tempi: dov’è il ritardo?
Da ultimo, ma non sicuramente per ordine di importanza, evidenziamo che, il massiccio utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia, passato da 4 miliardi del 2010 a 16 miliardi nel 2018, non ha portato a nessun incremento dei volumi di credito erogato alle imprese né ad un miglioramento delle condizioni economiche applicate alle stesse, come invece si vuol far intendere.
Infatti, nello stesso lasso di tempo sopra citato, i volumi di credito erogati con garanzia (Confidi e Fondo Centrale di Garanzia) è passato da 24, 9 miliardi di euro a 22,4 miliardi di euro, con un decremento pertanto di 2,5 miliardi di euro.
Non è sicuramente responsabilità del Confidi la non erogazione del credito; il Fondo Centrale di Garanzia è stato utilizzato strumentalmente ed esclusivamente dalle Banche al fine di garantirsi un minor impegno di patrimonio.
In un momento di difficoltà come questo nel quale viviamo, come Confidi ci sentiamo vicini alle micro e piccole imprese e ai nostri soci e rivendichiamo il diritto di poterli affiancare garantendo loro un agevolato accesso al credito; dividere le forze lateralizzando alcuni fra esse in un momento nel quale dovremmo essere tutti uniti, a parere di chi scrive, è inqualificabile.