Oggi, come organizzazioni degli artigiani e delle piccole imprese, stiamo dimostrando la nostra capacità di passare dalla protesta alla proposta. Più o meno un anno fa, infatti, sullo stesso tema, una norma che si cerca di introdurre quasi surrettiziamente e di far approvare dal Parlamento allo scopo di penalizzare i carrozzieri indipendenti, la Cna, Casartigiani e Confartigianato inscenarono una manifestazione conclusa con un sit in davanti al ministero. Oggi invece presentiamo, di fronte a una folta delegazione di senatori e deputati, un’articolata proposta di legge che non tiene conto solo delle esigenze degli artigiani ma anche degli automobilisti, della concorrenza, della sicurezza”.

Non nasconde la soddisfazione Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna, intervenendo nella sala-conferenze dell’ex cinema Capranichetta, di fronte il palazzo di Montecitorio, alla presentazione della proposta di legge unitaria per la modifica del Codice delle assicurazioni. Perché è convinto che la vittoria possa arridere agli artigiani e per l’autorevolezza dimostrata dalle organizzazioni di categoria.

All’iniziativa sono intervenuti i presidenti delle associazioni di carrozzieri che aderiscono alle confederazioni dell’artigianato e delle Pmi. Per la Cna Autoriparazione era presente Franco Mingozzi. In sala, oltre quaranta parlamentari di tutti i gruppi politici, solidali con le richieste della categoria.

La proposta di legge nasce dall’esigenza di evitare il rischio che venga reintrodotta una norma stralciata dal dl Destinazione Italia. Questa norma obbligherebbe gli utenti – che abbiano avuto il veicolo coinvolto in un incidente – a rivolgersi esclusivamente a carrozzieri convenzionati con le compagnie di assicurazione. In questo modo, è la giustificazione addotta lo scorso anno, le polizze assicurative italiane, nettamente più elevate della media europea, potrebbe ribassare. E magari si spingerebbe a mettersi in regola una parte dei proprietari dei 3,5 milioni di mezzi non assicurati che circolerebbero sulle strade italiane. Tesi contestate dai carrozzieri.

In Italia il caro-assicurazione è una realtà certificata dalle cifre. In dieci anni, i prezzi delle assicurazioni sui mezzi di trasporto in Italia sono aumentati del 27,9% contro il 13,6% medio nell’area dell’euro, l’8% della Germania, il 6,6% della Francia. In termini di incidenza sul Pil, secondo l’Ocse, i premi valgono l’1,3% in Italia, l’1% in Germania e Spagna, lo 0,3% nel Regno Unito. La crescita della spesa del comparto assicurativo pari al 6,8% si confronta una caduta del valore aggiunto di commercio e autoriparazione pari all’11,3%. Nel contempo, a fronte di una dotazione infrastrutturale che mostra limiti e carenze, il parco mezzi circolante è il più elevato tra i Paesi concorrenti europei e risulta pure il più vetusto.

A che cosa servirebbe, in questo contesto, la riforma della Rc Auto, si chiedono i carrozzieri, se non a fare un consistente piacere alle compagnie a detrimento di artigiani e automobilisti? A tale scopo è stata presentata la contro-proposta: cinque articoli che mirano a riequilibrare il rapporto tra consumatori, assicurazioni e carrozzieri.

Punti salienti ne sono: 1) il danneggiato può scegliere liberamente l’impresa di autoriparazione di propria fiducia; 2) tutti gli interventi di riparazione vanno fatturati, allo scopo di evitare frodi; 3) va permessa senza limitazioni la cessione del credito, che oggi consente all’automobilista di ottenere la riparazione senz’anticipare denaro; 4) le carrozzerie convenzionate con le assicurazioni non devono essere privilegiate così come le carrozzerie indipendenti non vanno penalizzate; 5) agli automobilisti spetta il rimborso integrale delle spese sostenute, compresi soccorso stradale e auto di cortesia.