Su circa cinquecento imprese del comparto edilizio, il Fermano ha visto la chiusura di cento aziende, per un totale di circa duecento addetti rimasti senza lavoro. Il dato regionale, parla di mille ditte chiuse negli ultimi quattro anni di crisi, per seimila dipendenti licenziati. Inoltre, la tendenza attuale parla chiaro: gli edili, gravati da costi sempre maggiori, sono costretti a licenziare personale e chiedere l’apertura della partita iva per eventuali collaborazioni.
“La situazione è gravissima – dice Eraldo Attorresi, presidente dell’Unione Costruzioni della Cna Provinciale di Fermo – questo settore ha prodotto un volume d’affari che ha garantito un importante regime di crescita e oggi si ritrova abbandonato al suo destino. Il tempo è scaduto, le istituzioni devono elaborare proposte per rilanciare un comparto ormai in ginocchio”.
Attorresi, insieme al responsabile dell’unione Massimiliano Felicioni, hanno preso parte lunedì 19 marzo alla mobilitazione organizzata di fronte alla sede della Regione Marche, ad Ancona, chiamata “Salvare le costruzioni per salvare l’economia”.
La Regione si è impegnata ad affrontare, nel già istituito “Tavolo con le banche”, la crisi dell’edilizia e per il 20 aprile è stato programmato un incontro specifico sulla delicata questione degli appalti.
Ecco il primo risultato della mobilitazione indetta da sindacati di categoria dei lavoratori dell’edilizia, insieme a Cna, Confartigianato, Ance e gli ordini dei professionisti tecnici. Lunedì scorso alcune centinaia di persone hanno gremito lo spazio davanti alla scalinata di Via Gentile Da Fabriano, dove si sono succeduti gli interventi dei rappresentanti della varie categorie. Il grido di dolore è stato comune: “così non si può più andare avanti, l’edilizia marchigiana è in ginocchio, anzi a terra”.
Bruno Crescimbeni è intervenuto a nome delle associazioni artigiane: “La Regione non riesce ad emanare direttive semplici, chiare. Ci si perde in normative complesse”, mettendo l’accendo sul rapporto con le banche e il sistema del patto di stabilità imposto ai Comuni.
Sul banco degli imputati anche le gare al massimo ribasso, “un capestro” definite da qualcuno, che danneggia lavoratori e aziende, da spazio all’illegalità, al lavoro nero, alla concorrenza sleale.
Dalla manifestazione alcune proposte per il rilancio dell’economia del settore: intervenire sul dissesto idrogeologico, rimettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio, in particolare le scuole, puntare sulla green economy.
Al termine della manifestazione una delegazione della varie categorie è stata ricevuta dagli assessori regionali Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Lucchetti Luigi Viventi.