Moda marchigiana in frenata sui  mercati esteri. Nel 2018 le esportazioni di abbigliamento, tessile e calzature sono calate del 3,4 per cento perdendo 83,5 milioni di euro. In frenata anche la meccanica, i mezzi di trasporto e i prodotti farmaceutici. Ad affermarlo il centro Studi della Cna Marche, che ha elaborato i dati Istat.

L’export marchigiano nel 2018 ha registrato complessivamente una perdita del 0,9% rispetto al 2017, in controtendenza con il dato nazionale (+3,7%) e con quello di tutte le altre regioni, fatta eccezione per la Liguria (-6,7%), il Lazio (-4,3%) e la Puglia (-2,2%).

“Se si va a verificare” commenta il direttore del Centro Studi Cna Marche Giovanni Dini “quali siano i settori che perdono esportazioni nella nostra regione, si vede come la perdita sia solo in parte riconducibile alla diminuzione di export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (circa -176 milioni di export pari al -10,8%) dovuta ai flussi di importazione ed esportazione originati dalla multinazionale localizzata nell’Ascolano. Si registrano diminuzioni rilevanti anche per le esportazioni di macchinari e apparecchiature (quasi 69 milioni in meno, -3,4%), per i prodotti del sistema moda (tessile abbigliamento pelli e calzature: – 83 milioni pari al -3,4%), per i mezzi di trasporto (-38 milioni pari al -15,4%).  Cresce, invece, l’export di elettrodomestici ( +8,8%) e di prodotti in metallo diversi dalle macchine (+6%).” 

L’export marchigiano non perde terreno su tutti i Paesi e mentre resta competitivo sul più importante mercato di sbocco (la Germania: export a +0,9%), accresce fortemente la propria presenza in Francia (+6,1%). Perde terreno sul mercato Belga e quello USA, nel Regno Unito e soprattutto in Russia, ma mantiene il punto in Spagna e Polonia, guadagna spazi in Svizzera, Romania e Cina, mette a segno incremento a due cifre in Austria e in alcuni Paesi dell’Est europeo.

Le esportazioni regionali diminuiscono, ma non in tutte le province delle Marche: cresce di poco (+1,1%) nella provincia di AN, galoppa (+5,5% nella provincia di Pesaro e Urbino). All’opposto, crolla nella provincia di Ascoli Piceno (-8,1%) e cala per Fermo (-5,3%) come per Macerata (-1,2%).